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Galassi: "La testa  cambiata  da Travica"

Galassi: "La testa  cambiata  da Travica" FIORENZO GALBIATI
Tempo di semifinali: il centrale della Nazionale guida Piacenza contro Trento, dov’è nato e cresciuto. "Non mi fa impazzire che il Mondiale sia stato anticipato"

Campione del Mondo in carica, centrale della Gas Sales Bluenergy Piacenza e della Nazionale, Gianluca Galassi si prepara a vivere la semifinale scudetto contro la "sua" Trento. Trentino doc, dopo l’esperienza di Monza, adesso difende il centro della rete di Piacenza con maturità e senso di responsabilità. Galassi, è un periodo intenso: come sta? “Sì, davvero intensissimo, ma sto bene. Stanco, però ormai è questa la condizione normale. Noi siamo sempre stanchi, anche durante le vacanze. Fa parte del gioco. E per fortuna, almeno, sono ancora giovane o quasi. Insomma, sto scavallando”. Scusi, quando un atleta scavalla? “Non è una questione di età, ma quando inizi a giocare con una generazione molto più giovane. Tipo con Loreti o Bovolenta, che hanno otto o nove anni in meno o, come quest’anno, quando ti ritrovi in campo contro il figlio di un tuo ex compagno”.

"È cambiata la testa. Ora siamo lucidi"

Si riferisce a Mattia, il figlio di Dante Boninfante?

“Esatto. A quel punto capisci che qualche anno è passato”.

È stato un anno particolare a Piacenza: le difficoltà iniziali, poi un quarto di finale play off dominato.

“Stagione strana. In realtà l’inizio era stato anche positivo. Ma non abbiamo mai vinto uno scontro diretto vero. Forse l’unico è stato all’andata contro Milano, ma loro erano in rodaggio. Il problema è stato più nella tenuta del gioco durante le partite. Facevamo fatica a mantenere alta l’intensità e la qualità per tutta la gara. Invece nei quarti contro Verona l’abbiamo fatto”.

Contro un avversario che in stagione vi aveva messi in difficoltà.

“Esatto. Sia in regular season sia in Coppa Italia non avevamo brillato. Non so esattamente cosa sia cambiato, ma ci siamo concentrati più sul nostro campo, sul nostro gioco. Siamo stati sereni, fiduciosi. Il pla yoff è un campionato a parte. Tutti danno qualcosa in più, anche mentalmente. E lì abbiamo fatto un bel salto”.

Un aspetto mentale, dunque?

“Assolutamente sì. Non è che in due mesi cambia il livello tecnico. Ma cambia la testa, la fiducia in se stessi e nei compagni. E questa volta, anche nei momenti difficili, siamo riusciti a restare lucidi e presenti. Ha fatto la differenza”.

"Travica ci ha dato una direzione" 

Quanto ha inciso il cambio di tecnico in panchina?

“Molto. Quando una società cambia allenatore, ti manda un messaggio forte: “Noi abbiamo fatto qualcosa, ora tocca a voi”. Il che porta una scossa. Non voglio che si pensi sia colpa di Andrea Anastasi, anzi, è stato un momento complesso per tutti. Ma Ljubo Travica è stato bravo a darci nuove energie e una direzione chiara”.

Arriva Trento. Che squadra troverete davanti?

“Fortissima. Hanno alti e bassi, è vero, ma hanno talento e profondità. Comunque anche noi siamo costruiti per vincere. Sulla carta non siamo favoriti, sarebbe stupido dire il contrario, ma possiamo metterli in difficoltà. Dipende da noi”.

L’anno scorso, con Monza, ha vissuto un play-off incredibile. Com’è ora con Piacenza?

“Diverso. A Monza fu una sorpresa, ci divertivamo come pazzi, giocavamo liberi. A Piacenza siamo più consapevoli, sappiamo che possiamo fare qualcosa di importante. Abbiamo già centrato un traguardo: tornare in Europa. Ora vogliamo continuare”.

La Daruma giapponese che portate in panchina: vi ha mai fatto venire dubbi?

“No, mai. È un’idea bellissima di Antoine Brizard. Ogni giorno la guardi e ti ricorda perché sei lì, qual è l’obiettivo. Anche se non c’è scritto chiaramente. È come un impegno collettivo, un fioretto visibile”.

Ci sono molti azzurri nelle semifinali. È un buon segnale per la Nazionale?

“Sicuramente. Anche se, a dire la verità, alla Nazionale ancora non penso. Il Mondiale è stato anticipato, e questo non mi fa impazzire. Ma quando ci ritroveremo in estate ne parleremo con i compagni”. 

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