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Mummia santona in casa, assolti parenti

In primo grado erano stati condannati per occultamento cadavere
(ANSA) - TORINO, 30 OTT - Per 17 anni hanno tenuto in casa, a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) il cadavere di una donna, Graziella Giraudo, venerata come una 'santona', dopo averlo imbalsamato. Condannati in primo grado, oggi la Corte d'Appello di Torino ha assolto "per non aver commesso il fatto" Aldo e Alfio Pepino, rispettivamente marito e figlio della 'santona'. L'accusa era di occultamento di cadavere. Assolta anche Elda Allinio, sorella del genero della 'santona', accusata di favoreggiamento. Il pg Giancarlo Avenati Bassi, ha chiesto il non doversi procedere per prescrizione. "Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma per ora siamo molto soddisfatti", commentano l'avvocato Michele Forneris. "È stata riconosciuta la natura istantanea del reato - aggiunge - cioè tutto quello che è successo dopo la morte della donna, è stato giudicato non rilevante".

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