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Renault 5 Turbo, 40 anni di 'ignoranza' e parafanghi sfrontati

Nacque come vettura per le famiglie, ma venne trasformata in un animale da pista. Ancora fa emozionare, nell'anno in cui spegne 40 candeline

In questi tempi difficili caratterizzati dall'emergenza sanitaria, con tutto il mondo e la cultura occidentale in cerca di risposte e garanzie su ciò che avverrà, Renault si trova a compiere un compleanno molto importante, festeggiando i 40 anni di una delle macchine più esclusive e straordinarie mai uscite dagli stabilimenti di Dieppe, la mitica Renault 5 Turbo. Con i suo passaruota spudorati e un aspetto da bullo di periferia, questa piccola bomba a mano rimanda con la mente a tempi oramai dimenticati, di motorsport artigianale e fantasioso, di auto stradali aggressive e arroganti, auto a cui dare del lei e vogliose di mordere le caviglie a chiunque si mettesse dietro al loro volante.

La mitica Renault Clio V6: il coraggio di andare forte

Che trasformazione

Era infatti il 1980 quando i tecnici Renault presero la tranquilla “5” e non solo l’hanno stravolta, l’hanno letteralmente trasformata facendola arrabbiare: Concepita espressamente per competere nel mondiale Rally, succedere alla vittoriosa Alpine A110 ed andare a mettere una pezza a quel che la “normale" Alpine 5 non stava riuscendo a fare, la Renault 5 Turbo - passata alla storia come “il Turbone” - aveva solo le sembianze della normale vetturetta da cui derivava. Le scocche della Renault 5 di serie venivano inviate negli stabilimenti della Alpine di Dieppe per essere modificate n maniera radicale: il risultato era - ed è - mozzafiato. La carrozzeria è un'esplosione di tutti quegli stilemi che oggi vengono associati alle auto potenti. Passaruota smodati, prese d'aria ovunque, due posti secchi, cattiveria che trasuda da ogni dettaglio e bullone. La carrozzeria è un sottile e leggero velo di alluminio messo lì solo ed unicamente per coprire - a stento - la meccanica, visibile da ogni apertura ricavata nel sottile metallo. Disegnata dal maestro Marcello Gandini, la Renault 5 turbo non tradisce il suo designer e non lascia nulla all'immaginazione, urla letteralmente in faccia il suo potenziale a suon di prese d'aria, forme esagerate e dettagli splendidamente racing.

Tutti i segreti

Il centro della festa però è nascosto al retrotreno, sotto ad una sottile cappelliera: basta sollevarla per scoprire un 4 cilindri Clèon-Fonte longitudinale da 1,4 litri, sovralimentato da un turbocompressore Garrett T3 ed accoppiato alle ruote posteriori tramite un cambio a 5 rapporti. Il tutto per 160CV a 6000 giri. Una potenza che potrebbe far storcere il naso a molti, specialmente a tutti quelli abituati alle potenze stratosferiche (spesso controbilanciate da pesi mastodontici) delle moderne compatte: il 4 cilindri della Renault 5 Turbo, oltre a dover spostare solo 970kg, è capace di sopportare elaborazioni piuttosto estreme arrivando a generare potenze pericolose e necessarie di molto rispetto con poche e mirate modifiche. Trasformare una Renault 5 Turbo stradale in un’auto molto simile a quella che correva nel leggendario Gruppo B è piuttosto facile.

Evoluta per correre

Alla Renault serviva una macchina da corsa omologata in strada ed è quel che hanno fatto, hanno omologato una macchina da corsa. Dettagli come i serbatoi della benzina sdoppiati e disposti sotto i sedili (bassi, come il baricentro) non solo sono squisiti, sono secondi risparmiati sul cronometro. Un cronometro contro il quale quest’auto, una volta dismessi gli abiti civili e indossata la tuta da corsa, ha sconfitto più volte: pur non vincendo mai alcun mondiale e venendo presto soppiantata dalle nuove belve a quattro ruote motrici, la Renault 5 Turbo, per lo più grazie alle gesta del mitico Jean Ragnotti, mise a segno ben 4 vittorie valide per il mondiale rally, l’ultima delle quali nel 1986.

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