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Mini: storia dell'utilitaria più piccola e famosa del mondo

La berlinetta venne lanciata sul mercato sessant'anni fa: la produzione della versione classica durò fino al 2000, prima che BMW Group continuasse a far rivivere il mito fino ad oggi

Clubman ha però poca fortuna ed esce dal listino, proprio come Estate, che aveva comunque regalato buoni numeri. In casa Mini, negli anni Ottanta, parte la riorganizzazione, al cui vertice c’è la nuova 1.0 HLE e la Mayfair, che altro non è che la HLE con interni più raffinati e l’aggiunta di poggiatesta anteriori e contagiri.

La British Leyland (cambio nome anche per la BMC, nel frattempo), dalla metà degli anni Ottanta ai Novanta, lancia una serie di versioni speciali, fino alla Thirty, uscita nel 1989 per omaggiare i 30 anni dalla nascita, seguita nel 1996 dalla 35.

Sei anni prima, il gruppo Rover entra in Mini e apporta alcune modifiche alla scocca, rinforzata, e al motore, adesso di 1275 centimetri cubici, con alimentazione a iniezione elettrica (all’inizio singlepoint, in seguito multipoint) e marmitta catalitica.

Escono la Cabriolet nel ’93 e la 40 LE nel 1999, l’ultima prima del termine delle produzioni. Nel ’94 infatti il gruppo BMW  acquisisce Rover, e quindi la Mini, impostando una nuova linea di sviluppo e continuando a realizzare, in chiave moderna, le idee concepite cinquant’anni prima dall’ingegner Issigonis.

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