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Da Pagani a Cuneo: in scooter per firmare e festeggiare il contratto

Corriere del Mezzogiorno

Ha percorso 865 chilometri Stefania Moscariello, con una Honda SH 300. Dopo una vita nel precariato, ha finalmente potuto vedere la luce

Quando passi una vita ad aspettare che un sogno, o un desiderio, si concretizzi, nel momento in cui accade la felicità diventa immensa e compiere gesti folli, ma in questo caso più che positivi, è istantaneo. La storia di oggi porta il nome di Stefania Moscariello, moglie e madre di 52 anni che, dopo una vita nel precariato, ha finalmente potuto vedere la luce in fondo al tunnel: un contratto a tempo indeterminato.  La donna viaggiava spesso, da Pagani, vicino Salerno, cittadina dove abita con la famiglia, fino a Cuneo, luogo di lavoro, con il trasporto pubblico. Ben 865 chilometri, più che stancanti, che ha deciso di percorrere per festeggiare e firmare il contratto "a vita" con un Honda SH 300.

Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, dopo aver attraversato quasi tutta l'Italia a bordo dello scooter, e aver firmato il contratto da 1.350 euro al mese, per Stefania è iniziata una nuova vita. “Si è avverato il mio sogno, quello di avere una situazione economica più stabile. Io ho sempre lavorato, fin dopo il diploma di ragioneria: aiutavo mio padre nel negozio di intimo che avevamo a Pagani. Dopo che lui è andato in pensione, per diciotto anni, l’ho gestito da sola. Ma quella di una commerciante è una vita davvero dura: non si stacca mai, si deve essere sempre sul pezzo. E questa situazione ha cominciato a pesarmi ancora di più quando sono nate le mie due figlie, Mabel e Nadia. Così, nel 2015, decisi di cambiare vita. Chiusi l’attività. E mi buttai nel mondo della scuola come impiegata nelle segreterie.”

Attimi di felicità

In cinque anni, ho utilizzato tutti i mezzi possibili: dall’aereo, ma con scalo a Bergamo per utilizzare maggiormente le compagnie low cost, all’alta velocità, fino ai pullman che coprono le grandi distanze”, continua, “studiavo attentamente tutti i costi. Così, di solito, per prendere servizio il sabato mattina, partivo ventiquattro ore prima. Ecapitava che arrivassi anche alle 4 di notte a Torino. Da sola. Con il freddo. Ad attendere l’ultima corriera che mi portasse nel paesino dove c’era la mia scuola. Ogni volta un travaglio. Tanto che, quando arrivavo in ufficio, i colleghi e i professori mi facevano delle vere e proprie feste".

Anni difficili, fino a quando tutto è cambiato. Poi la decisione di celebrare il contratto: “Mio marito e le mie due figlie credevano che partissi come al solito, con il treno. Invece, avevo tutto pronto per il mio viaggio in scooter: messa a punto fatta. Casco. Guanti. Giubbino. La valigia, questa volta, anziché in un bagagliaio o in una stiva, sistemata sulla pedana del motorino. Sono partita il 30 agosto, di mattina presto, senza farmi vedere da nessuno, sotto un temporale estivo. Usufruendo dell’autostrada solo laddove era indispensabile e non senza imprevisti – già a Napoli si era rotta la coppa dell’olio – alle 19:30 ero a Viareggio, dove ho sostato in un bed & breakfast. Il giorno dopo, ho coperto l’ultima tappa fino a Savigliano, dove, presso l’Istituto comprensivo Santorre di Santarosa, alle 7:30 del primo settembre, ho firmato il contratto a tempo indeterminato e preso servizi.”

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