La forma psicofisica di Marc Marquez è tale che, probabilmente, sorriderebbe anche se dovesse guidare sotto la grandine. L’inizio di stagione ha seguito un copione che lui stesso ha sognato, e il feeling con la Ducati ufficiale è pressoché idilliaco. Per questo l’ispezione a piedi sul tracciato di Termas de Rio Hondo - uno dei meno utilizzati e quindi uno dei meno gommati e più sporchi della MotoGP - è stata liquidata con un «è tutto a posto». Tutto il contrario del compagno di box, Pecco Bagnaia, ancora alla ricerca della velocità ideale, dopo un esordio stagionale poco più che anonimo - con due terzi posti senza mai lottare per vincere - e non certo rinfrancato dal calendario che gli mette di fronte Argentina e Texas, dove in MotoGP non ha mai brillato. «La situazione della pista non è delle migliori» ha detto ieri. «Ma forse il giro a piedi l’ho percorso in un altro momento rispetto a Marc».
Bagnaia si interroga
Un simbolo del momento differente dei due. Marc vola, Pecco si interroga. Un quadro confermato dalla vigilia dell’Argentina, dove si riparte dalle indicazioni di Buriram. A Bagnaia è stato mostrato il video catturato in pit lane dopo la gara, con il suo «voglio capire cosa è successo» intimato a Gigi Dall’Igna, dando l’impressione di indicare gli pneumatici. «Onestamente ho vissuto un buon weekend in Thailandia - ha spiegato Pecco - perché vista la situazione il risultato non è stato negativo: dall’anno scorso ho imparato quanto sia importante completare la gara con il miglior piazzamento possibile. Magari poteva essere un secondo posto, ma non sono stato abbastanza rapido per arrivare su Alex Marquez». Cosa non ha funzionato? Bagnaia non ha specificato, tornando però sull’abbinata test-GP della Thailandia. «Non ha funzionato ciò che non era sotto il nostro controllo… A Buriram ho faticato fin dai test, dove non ho completato il lavoro: ho dovuto farlo nel weekend di gara, ma così non sono stato nella condizione per battagliare contro chi era pronto come Marc».
Le parole di Marquez
Tutt’altro scenario per i fratelli Marquez, in particolare un Marc tornato a guidare il Mondiale dopo cinque anni e mezzo. «Un’altra doppietta di famiglia? Vedremo se sarà possibile, spesso in Argentina sono andato forte, ma ho anche commesso degli errori». Di certo la scarsa aderenza, tradizionale sul tracciato nella provincia di Santiago del Estero, non sembra costituire un problema: «Perché la Ducati è bilanciata in maniera fantastica in ogni condizione, sia con poca aderenza che con un livello di grip ideale. E comunque, per il mio stile di guida, preferisco condizioni di scarsa aderenza».
Marc e Pecco, opinioni diverse sulle gomme
L’unico sviluppo che è parso piacere a Pecco più che a Marc è legato all’annuncio del cambio di gommista, con l’ingresso della Pirelli al posto della Michelin. «Sviluppare in contemporanea novità come moto (con le future 850 di cilindrata, ndr) e gomme sarà una sfida e magari sarà divertente, ma sono sicuro che la Pirelli realizzerà un ottimo prodotto», ha spiegato il torinese. «Non è un’idea che mi fa impazzire - la replica del catalano - e non lo dico poiché preferisco un’azienda all’altra: ho vissuto sulla mia pelle il precedente cambiamento, nel 2016, quando tutti i piloti ebbero cadute strane, complice l’abitudine alle Bridgestone, così diverse dalle Michelin». Il nuovo gommista è l’unico argomento che ha fatto sorridere Bagnaia più di Marquez, un dato confortante per Pecco, non fosse che se ne riparlerà in ottica 2027. Mentre oggi c’è un Mondiale tutto da correre, ma che sembra già avere un padrone.