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È MotoGP o Formula 1? Aprilia fa un altro salto

EPA

Dopo aver brevettato una carena ad effetto suolo a Noale sfornano un codone con diffusore soffiato

TORINO - Hanno due ruote, si chiamano MotoGP, ma più che sembrare ormai sono vere Formula 1. Il primo giorno di test ufficiali a Sepang conferma l’irreversibilità della strada aperta anni fa dalla Ducati con l’introduzione delle ali e la spinta ad esplorare un territorio vergine per le moto: l’aerodinamica. Ora s’è arrivati a un’estremizzazione totale, con la ricerca di ogni superficie possibile per introdurre appendici, flap, alette, fino a introdurre un vero e proprio diff u sore soffiato, trasformando il codone in un retrotreno delle monoposto che sfrutta i flussi caldi. Obiettivo generale più downforce, carico. E chilo su chilo, insieme agli abbassatori, l’effetto è una velocità in curva. Non tanto in rettilineo, bensì in curva. Con tempi che crollano. Pronti, via: dopo due mesi d’inattività Jorge Martin, carico a pallettoni per il Mondiale e la sella ufficiale Ducati persi nel 2023, scende subito sotto l’1’58”, a mezzo secondo dal record. Fino a pochi anni fa nei test in Malesia si rompeva il muro dei 2 minuti al terzo e ultimo giorno…

MotoGp o Formula 1?

L’attenzione però è sulle forme. Sull’Aprilia, che già ha brevettato la carena a effetto suolo in piega (il gradino imitato da tutti) e mette alette anche sul parafando anteriore (come Ktm e Honda, evolvendo un concetto portato avanti la scorsa stagione dalla Ducati, che le aveva attaccate alle forcelle) compare un codone stile Batman con profili sinuosi e un piccolo flap a sbalzo al posto dell’alettoncino triplano usato da Ktm, Honda e Yamaha. Ma la vera novità è un estrattore per il soffiaggio dei gas di scarichi caldi che così vengono velocizzati, aumentando il carico sulla ruota posteriore. Marco De Luca, aerodinamico dell’era Schumacher in Ferrari, porta sulla moto la trovata di Ross Brawn che rivoluzionò la F1 nel 2009, permettendo alla scuderia comprata dalla Honda per 1 dollaro di vincere il Mondiale piloti con Jenson Button e costruttori nonostante le proteste di Ferrari, Red Bull e Renault.

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