Calcio per atleti con disabilità? Sì, ma senza fare di tutta l'erba un fascio, come invece spesso capita a chi non è un addetto ai lavori. Si tratta infatti di un mondo ampio e complesso, nel quale è difficile fare chiarezza.
Partiamo “cancellando” subito lo stereotipo più comune: no, non esiste un campionato unico per tutti gli atleti disabili. In base alla tipologia di disabilità esistono vari campionati specifici, seppur esistano delle disabilità che possono coesistere nello stesso campionato.
Ma procediamo con ordine.
Più categorie e federazioni: tutti i campionati per atleti con disabilità
Si parte con il campionato italiano di calcio CP (Cerebral Palsy), riservato agli atleti con una paralisi cerebrale o patologie neurologiche assimilabili che influenzano la coordinazione motoria. La Federazione che se ne occupa è la FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali). Il campionato è suddiviso in due gironi e le prime classificate vanno a giocarsi la finale, che si svolge solitamente tra novembre e dicembre nell’arco di un intero fine settimana. Gli atleti vengono suddivisi in classi (C5, C6, C7, C8) a seconda del livello di disabilità.
Esiste anche il calcio paralimpico e sperimentale organizzato dalla FIGC - Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale (DCPS). In questa competizione le squadre vengono suddivise in quattro livelli di gioco (I, II, III e IV Livello). Questa classificazione serve a garantire un campionato equilibrato, in base alle capacità tecniche, cognitive e motorie dei giocatori. La distribuzione si basa su criteri di abilità tecnico-tattica, motoria e cognitiva, per assicurare partite più equilibrate e competitive. Il campionato inizia a ottobre ed è diviso in gironi regionali, nei quali accedono direttamente alle fasi finali le prime classificate di ogni regione, mentre le seconde piazzate si giocano i play-off per accedervi. Il primo livello è il campionato con il coefficiente di difficoltà più elevato.
Poi esiste il Campionato Italiano C21, che è una competizione di calcio riservata ad atleti con Sindrome di Down. Organizzata dalla FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali), la competizione è uno dei totem dell'inclusione nel panorama sportivo italiano: all’interno possono partecipare esclusivamente atleti con trisomia 21 (da qui il nome "C21"). Il campionato è diviso in gironi con le finali per le prime classificate e gli atleti in campo sono 5. Solitamente si svolge a settembre in un unico fine settimana come per il campionato CP.
Il Campionato Italiano B1 è una competizione di calcio a 5 per non vedenti, organizzata dalla FISPIC (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi). Si tratta del massimo torneo nazionale dedicato ad atleti con cecità totale. I giocatori indossano bende sugli occhi al fine di garantire equità tra tutti gli atleti, poiché alcuni possono avere residuo visivo; il portiere è l’unico giocatore vedente in campo. Si gioca su un campo da futsal (40x20 metri) con sponde laterali per evitare che il pallone esca dal terreno di gioco. Inoltre, la palla contiene un sonaglio per aiutare gli atleti a capire la sua posizione in campo. Anche allenatore e portieri offrono un grande sostegno dando indicazioni dalla panchina o dalla porta.
Chiudiamo con il Campionato Italiano Amputati, che è invece la massima competizione nazionale di calcio per atleti con amputazioni ed è organizzato dalla FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali). I giocatori di movimento hanno tutti un’amputazione agli arti inferiori, mentre il portiere ha un’amputazione agli arti superiori. Non sono ammesse protesi di alcun genere: gli atleti scendono in campo con le stampelle, con le quali però non è consentito toccare il pallone. Si gioca a 7, su due tempi da 25 minuti. Il campionato si compone di più giornate a classifica unica e vince chi totalizza più punti.
Si tratta quindi di un mondo articolato e complesso, con varie sfaccettature e che negli ultimi anni sta vivendo uno sviluppo sempre maggiore. Questo grazie a una rinnovata attenzione sui temi della disabilità e dell’inclusione, sempre più presenti anche ai tavoli istituzionali.