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Binotto via? Caos Ferrari. La Scuderia smentisce ma l’atmosfera è rovente

Il Team Principal della Rossa è in bilico e potrebbe lasciare a breve. La smentita complica le cose: adesso ogni mossa è sotto la lente d’ingrandimento

I due temi sui quali le critiche, forse, possono avere un fondamento

Cosa viene rimproverato a Mattia Binotto dalla proprietà, ossia da John Elkann in persona? Non una sola colpa, probabilmente tante mancanze, in concorso tra loro. Ma certo non si può pensare che il team principal disegni o progetti l’auto, diriga la squadra ai box, pensi e attui le strategie di gara, firmi i contratti commerciali e curi i rapporti con i piloti. Quello accadeva un tempo, in un mondo molto diverso da quello attuale. Caso mai, a Binotto - essendo il capo della struttura - si può rimproverare di non aver cercato figure specifiche per quei ruoli e quelle aree che si sono rivelate deboli: strategia di gara (ultima perla, le gomme da bagnato nella qualifica in Brasile, laddove tutti avevano quelle da asciutto) e sviluppo dell’auto nel corso della stagione.

Forse ci sono solo due temi sui quali le critiche possono avere un fondamento (ma non tale da giustificare una misura draconiana come un licenziamento). La prima è una certa perdita di peso politico della Ferrari, che mantiene il diritto di veto su molte questioni, ma che ha dovuto incassare alcune sconfitte. Due, dolorose, vanno ricordate. La prima è quella della vicenda dei motori di fine 2018, quando Maranello accettò - a patto di mantenere il segreto assoluto - una penalizzazione che si rivelò molto pesante per tutto il 2019, di fatto fu una resa alla Fia (allora diretta da Jean Todt). La seconda è l’infrazione al tetto di spesa della Red Bull, che dalla Ferrari (e da Binotto in particolare) è stato segnalato più volte e da tempo, e alla fine s’è concluso una sorta di assoluzione de facto della squadra inglese (che poi lo sforamento non sia realmente servito a vincere il Mondiale è un’altra questione): in questo caso la Fia è quella del nuovo corso, diretta da Ben Sulayem.

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