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Kimi Antonelli, esame di maturità: Austria dopo il primo podio in Canada

Promosso in pista, ora negli studi non interrotti. Wolff svela le carte: piano triennale per portare il suo pupillo a diventare campione del mondo

«Promosso». L’annuncia al mondo con una storia su Instagram, corredata da foto con tanto di corona d’alloro, Andrea Kimi Antonelli subito dopo aver superato brillantemente l’esame orale di Maturità nella classe quinta G dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, indirizzo relazioni internazionali e marketing. Il voto lo conoscerà fra qualche giorno, ma intanto AKA, dopo una telefonata di ringraziamento alla coordinatrice del corpo docenti, la professoressa Alessandra Regina, ha potuto volare più leggero e col sorriso in Austria, dove venerdì si riaccenderanno i motori del Mondiale di Formula 1. Promosso e maturo, a scuola e in pista. E non sembri un errore quella corona d’alloro. Dal diploma alla laurea il passo è breve, tanto più per uno come il diciottenne figlio d’arte che corre veloce, davvero veloce, verso il futuro. 

Il percorso di Kimi

Sono giornate intensissime quelle di Kimi. Dal primo podio in F1 conquistato due domeniche fa in Canada, su una pista dove non aveva mai corso, alla Maturità scolastica alternandosi tra sessioni al simulatore e briefing tecnici con gli ingegneri Mercedes a Brackely, perlanciarsi a caccia della prima vittoria. L’obiettivo indicato fin dai primi commenti a caldo di Montreal. D’altronde il percorso di Antonelli è tracciato da tempo. E non solo nella sua testa. Secchione il giusto («brutti voti e niente kart» gli diceva mamma da piccolo), di sicuro in pista, con una cura maniacale dei dettagli che solo i campioni hanno (compreso l’ordine, quasi compulsivo), Kimi vuole arrivare al top del motorsport. E in fretta. Cogliere le occasioni. Come sul Red Bull Ring di Spielberg, Casa dei “bibitari” e quindi di Max Verstappen, dove un anno e due mesi fa ha per la prima volta una monoposto di Formula 1 in un test privato. La Mercedes W12, l’auto del Mondiale 2021. Quello dell’ultimo titolo Costruttori della Casa della Stella e di quello perso all’ultimo giro di Abu Dhabi tra le polemiche di una safety car gestita malissimo da Lewis Hamilton (sarebbe stato il suo ottavo), il fenomeno che il bolognese ha sostituito dopo una sola stagione in F2, dove per altre era arrivato saltando direttamente dalla F4. 

Kimi, il futuro è già scritto

Un debutto difficile, in condizioni climatiche quasi proibitive («a un certo punto è caduta anche la neve» ricorda AKA), ma che il bolognese ha superato brillantemente, convincendo Toto Wolff a scommettere su di lui. Come per altro fatto fin da quando aveva appena 11 anni. E alla vigilia dell’11° atto del campionato, il team principal della Stella disegna un percorso chiaro: tre anni per diventare campione del mondo. Nel 2027, quindi. «Negli ultimi anni la Formula 1 è cambiata molto, perché gestire le gomme è diventato davvero difficile - spiega il manager austriaco -. Non si tratta solamente di essere veloci, ma sfruttare le gomme senza fare scivolare e senza surriscaldarle. E i giovani si trovano a fare i conti con questo. Prendete Piastri, che sta guidando il campionato. Ci ha messo un anno e mezzo per arrivare al livello di Norris e questo è il primo anno che gli sta davanti. Vale anche per Kimi, che non conosce tutte le piste. Probabilmente serve un programma triennale per sfidare un compagno di squadra più esperto e super veloce. George (Russell, vincitore a Montreal, ndr) oggi è tra i migliori piloti. A Kimi va dato tempo, ma non avremmo mai dato un sedile a un pilota che non reputiamo un potenziale campione del mondo». Intanto c’è subito l’Austria. «L’obiettivo è sfruttare lo slancio positivo del Canada, speriamo di poter lottare ancora per il podio» sorride Toto. Lo pensa anche Kimi. 

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