IMOLA. «Nel complesso non è andata male». «Stiamo capendo la nostra vettura, cerchiamo di renderla adatta a ulteriori tipologie di condizioni». A sentire Oscar Piastri e il team principal Andrea Stella, la McLaren sembra il regno dell'understatement. L'1-2 Piastri-Norris che caratterizza il Mondiale si è infatti ripetuto in entrambe le sessioni di libere, e ancora più che sul giro secco le vetture papaya sembrano imprendibili sul passo, eppure l'asticella è posta molto in alto. E Imola ha permesso a Stella di ricordarlo, rimembrando il passato ferrarista: «Qui facemmo un test con Michael Schumacher e Rubens Barrichello, confrontando le vetture del 2003 e del 2004, e la nuova palesò un salto di qualità impressionante. Infatti vincemmo dodici dei primi tredici GP. Ora non siamo a quel livello, ma quel Mondiale lo prendo come riferimento».
Le parole di Stella
L'ingegnere umbro (15 anni in Ferrari) ha ricordato anche i duelli di Imola tra Schumacher e quel Fernando Alonso con cui avrebbe lavorato pochi anni dopo: «E grazie a lui ho conosciuto Fabrizio Borra, scomparso pochi giorni fa: una persona generosa da cui ho imparato tanto, è stato il fisio anche di Marco Pantani e Gimbo Tamberi». Quanto appreso in quegli anni al vertice con Maranello, Stella lo mette in pratica oggi, con la McLaren che vanta un'arma segreta che così segreta non è: «Non abbiamo nessuna pepita d'oro, tutto merito di fondamenti ingegneristici. Alle alte temperature, di gomme e ambientali, la vettura si comporta in maniera competitiva» ha detto, rispondendo a chi ha sollevato dubbi sulla regolarità della MCL39, nata dopo un percorso netto di sviluppi lungo ormai due anni.