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F1, Hamilton: «Il mio stile di vita non influenza i miei risultati»

EPA

Il pilota britannico risponde a quanti lo accusano di essere troppo festaiolo e mondano: «Faccio quello che voglio e riesco a vincere comunque»

ROMA - Lewis Hamilton rimanda al mittente le critiche sul suo stile di vita. Al pilota della Mercedes è stato più volte rimproverato di essere troppo "festaiolo": lui non nega di amare il divertimento, ma sostiene di essere in grado di far festa e dare comunque il massimo al volante: «Le critiche mi lasciano indifferente. Dicono che passo il mio tempo a far festa e a viaggiare, però poi scendo in pista e vinco. Non ho bisogno che qualcuno mi dica cosa posso o non posso fare, sono io a definirmi per quello che sono, non è la gente che lo decide. Sono capace di visitare dieci Paesi in una settimana e poi andare in pista e vincere». Quanto alla vita privata, Hamilton fa una confessione curiosa per un tre volte campione del mondo di Formula 1: «Odio guidare in strada: c'è traffico, non posso scrivere messaggi e non posso andare veloce. Preferisco che qualcuno guidi per me».

VIA DALLA MCLAREN Hamilton, poi, rivela di aver capito a fondo le sue possibilità solo dopo aver detto addio alla McLaren: «Quando me ne andai cominciai a liberarmi dagli schemi che mi avevano costruito intorno, cominciai a sentirmi a mio agio - prosegue - quello che faccio meglio è guidare, ma non è la mia priorità, ho molte altre cose da offrire. Tutti gli altri piloti, invece, pensano solo a correre, ma a me non basta. Mi piace sperimentare, crescere come persona e provare a sfruttare tutte le opportunità che ho».

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