LA PARTITA IN MERCEDES - Ma intanto si profila una partita in chiave Mercedes. Dopo la vittoria in Bahrain, che - tra le altre cose - ha stabilito in via probabilmente definitiva le gerarchie in squadra, Lewis Hamilton ha detto gli piacerebbe battersi alla pari con Vettel. Per lui, alla pari significa nella stessa squadra, come ha spiegato con chiarezza. Se due piloti corrono con due auto diverse - è la sua tesi - non sai mai dove cominciano e dove finiscono i meriti di chi guida. In parte è un messaggio a Rosberg (come a dire: confrontarsi contro di te non è abbastanza impegnativo), in parte una specie di invito a Vettel. In realtà, Vettel aveva da poco spiegato che lui è concentrato sulla sua avventura in Ferrari e che non è tipo da “cambiare una squadra all’anno”. Però il sasso nello stagno è stato lanciato. E Hamilton ha dimostrato molta abilità dialettica nel lanciarlo.
E ROSBERG? - Viene però da chiedersi se non sia Rosberg a guardarsi intorno. Adesso che è molto chiaro chi è il numero 1 e chi il numero 2, il tedesco potrebbe anche pensare di proseguire altrove la sua carriera. Vero, è Hamilton che non ha rinnovato, mentre lui è sotto contratto. Ma in Formula 1 tutto si può fare, anche stracciare contratti che sembrano blindati (magari di comune accordo, c’è accaduto tra la Ferrari e Alonso). Rosberg potrebbe piacere alla Red Bull (sia pure contravvenendo alla regola che si vogliono solo piloti giovani) o alla McLaren (Button comincia ad avere i suoi anni, anche se è fisicamente molto in forma). In questo caso, scatterebbe la caccia al posto in Mercedes. Per nessuno sarebbe facile misurarsi con un pilota della caratura di Hamilton, ma in tanti accetterebbero ugualmente il confronto. Magari - come Alonso - convinti di poterlo vincere.