Maccio Capatonda, nato Marcello Macchia, ha partecipato con il suo ultimo Omicidio all’Italiana all’Ischia Film Festival 2017, dove ha raccontato il suo passaggio dalla tv e dai corti al cinema.
“Partendo dal fatto che ho sempre desiderato fare cinema, da piccolo, mi sono misurato prima con i corti e i cortissimi – racconta Macchia - La prima vera occasione di fare un film è arrivata nel 2010 e avevo anche scritto una storia, ma poi non se n’è fatto più niente. Poi nel 2013 Marco Belardi mi ha presentato una nuova occasione, più concreta rispetto agli altri e gli ho detto sì. Quello che avevo scritto prima lo avevo ormai accantonato, e così mi è venuta in mente l’idea di Italiano Medio, che era un trailer del 2012, ispirato tra l’altro a Limitless (film con Bradley Cooper, ndr).” E di fronte alla sfida del passaggio da un mezzo all’altro, spiega: “In genere non mi sento mai all’altezza delle cose che faccio, ma le faccio sempre perché sono spinto da una grande passione. Così ho contattato persone che lavorano al cinema e ho cercato di scrivere una sceneggiatura che fosse più di un insieme di sketch. Sono partito dalla storia (...) La cosa più difficile di fare un film è quella di riuscire ad affezionarsi a un’idea per tanto tempo. Le idee per i corti, per i trailer si esauriscono in un mese, entro il quale si confeziona il prodotto. Per un film bisogna lavorare un anno intero con la stessa idea. Si corre il rischio di disaffezionarsi.”
Marcello/Maccio è anche un bravo montatore, e lavora spesso in prima persona a tutti gli aspetti della produzione dei suoi lavori. Come si portano avanti le collaborazioni in questo modo?
“Cerco di mantenere molto il controllo su ciò che faccio, dalla scrittura fino al montaggio e alla postproduzione. Quasi sempre faccio in prima persona queste cose. Ma la collaborazione è utile perché per prima cosa ti aiuta a fare cose che altrimenti non potresti, e poi ti offre punti di vista differenti che sono importanti. Quando si hanno le idee fisse spesso non si riesce a vedere le cose da un’altra angolazione. Ultimamente scopro che l’apporto creativo delle persone con cui lavoro mi arricchisce e rende migliori i miei punti di vista.”
Leggi l'intervista completa su Cinefilos.it.