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Entella, Fiumanò ricorda il coronavirus "E' stato molto dura"

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Il numero due dei biancazzurri: "Vedevo tutto negativo: ho pensato alla mia famiglia, a mia moglie, a mia mamma, a mio figlio. Dal mondo del calcio ho avuto tanti messaggi di incoraggiamento in cui mi dicevano di andare avanti"

CHIAVARI - Il vicepresidente dell'Entella Salvatore Fiumanò ha parlato della sua esperienza col Coronavirus al sito ufficiale del club: "I primi giorni ho avuto un po' di febbre, mal di gola e tosse. Ho subito chiamato il 118, ho spiegato i miei sintomi e mi hanno detto che non ero da tampone. Sono rimasto con la famiglia, ma ogni giorno che passava la febbre e soprattutto il mal di testa. Dopo 4-5 giorni ho chiamato la Guardia Medica e ho chiesto di farmi il tampone perchè c'era qualcosa che non andava. Dopo un paio di giorni ho saputo i risultati e mi è arrivata la mazzata".

Il dirigente ligure prosegue: "Vedevo tutto negativo: ho pensato alla mia famiglia, a mia moglie, a mia mamma, a mio figlio che fa parte di una categoria protetta. Sin da quando ho scoperto di esser malato tante persone nel mondo calcio ma anche esterne ad esso, la famiglia Gozzi e tutto il mondo Entella, mi sono stati vicino. E' stata molto dura: pensavo a mio figlio, ma allo stesso tempo la malattia mi devastava. Fisicamente c'erano dei giorni dove stavo bene e giorni dove stavo male. E oggi qualche strascico me lo ha lasciato. Dal mondo del calcio ho avuto tanti messaggi di incoraggiamento in cui mi dicevano di andare avanti. Io faccio parte degli SLO della Serie B e anche loro mi sono stati vicini con tanto affetto".

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