Finale di stagione delicatissimo per la Sampdoria, che domani al Ferraris affronterà una Cremonese in rampa di lancio e reduce da sei risultati utili consecutivi. I blucerchiati dal loro canto non hanno altra possibilità che fare risultato, provando a modificare una classifica che attualmente li vede in piena lotra per non retrocedere. A presentare la sfida in sala stampa ci ha pensato il tecnico Alberico Evani, che prima di parlare di aspetti tecnici e motivazionali ha voluto fare due precisazioni, una relativa anche alla figura di Roberto Mancini.
Samp-Cremonese, parla Evani: "Su Mancini..."
Prima di iniziare la conferenza, il tecnico fa due premesse: “In primis abbiamo accettato questo incarico quando ci è stato proposto senza pensare neanche per un secondo alle difficoltà oggettive che ci potevano essere. Proprio perché in questa società ci abbiamo giocato, questa maglia l’abbiamo indossata, l’attaccamento dei tifosi l’abbiamo provato: sappiamo benissimo cosa rappresenta. Abbiamo firmato un contratto di 2 mesi, il nostro focus è concentrarsi solo su questo finale di stagione e dare tutto, tutti insieme. In questi 20 giorni in cui ho avuto il piacere di conoscere questi ragazzi, allenarli e apprezzare il valore umano, vorrei aiutarli ancora di più se ce ne fosse la possibilità. Se fossi in grado di giocare, andrei in campo con loro".
La seconda premessa è su Roberto Mancini: “Il nostro rapporto parte dagli anni ’90. Sicuramente è innegabile abbia parlato per amicizia col presidente, per quanto lui tenga alle sorti di questa squadra essendo stato una stella. Avrà proposto questo tipo di operazione, io sono onorato di essere l’allenatore. Però vi assicuro che non ci muove i fili, tutto quello che facciamo, le proposte d’allenamento, le scelte: tutto frutto dello staff. Per cui proprio per rispetto lui non si permetterà mai di interferire in tutto questo, chiaramente ci sentiamo come ci sentivamo prima che arrivassi qua, e parliamo di tutto".
"Momento delicato, mi aspetto una reazione"
Sul momento della squadra: “Non abbiamo sfruttato l’iniezione di fiducia dopo la vittoria col Cittadella: avevamo quella giusta tensione, carica, che ci ha permesso di andare a Castellammare per fare una gara di un certo livello. Il fatto di aver rimandato la partita forse ci ha un po’ svuotato come carica sia emotiva che agonistica. A Carrara è stato sbagliato proprio l’atteggiamento, le partite si vincono e si perdono, ma si vince con rispetto e si perde con dignità, dando sempre il massimo. Lì siamo entrati superficiali, e la superficialità si paga, abbiamo perso i duelli, loro sono stati superiori in atteggiamento. Poi può anche essere un problema di personalità, non so. Però quando li vedo in campo mi chiedo come è possibile siano in questa situazione: ora affrontiamo una delle squadre più forti del campionato”.
C’è pressione nel giocare al Ferraris? “Bisogna comprendere che giocare sereni e liberi è diverso dal giocare dovendo sempre fare risultato. Il pubblico l’ho conosciuto ai tempi e l’ho visto quando non ero direttamente interessato: di meglio non si può. Poi dal punto di vista fisico la squadra sta bene, ha lavorato con maggiore intensità in quest’ultima settimana. Tutti hanno capito che il momento è delicato, mi aspetto una reazione caratteriale, al di là del modulo che lascia il tempo che trova”.