Al momento, per il rilanciare il Palermo di proprietà del City Football Group, si pensa seriamente di puntare in panchina su Alberto Gilardino, esonerato dal Genoa il 19 novembre scorso, con i rossoblù che in A si trovavano al quart’ultimo posto. Lo rilevò Patrick Vieira che ha portato il Grifone a una comoda salvezza anticipata, cambiando modulo ma senza stravolgere quella mentalità e quella solidità difensiva che il Gila aveva dato al Genoa sin dai tempi della B.
La ripartenza del Palermo
E proprio qui sta il punto. Non stupisce che il Palermo pensi a lui perché potrebbe dare all’undici siciliano quelle fondamenta di squadra che mancano da troppo tempo. Il club rosanero ha appena concluso la stagione con l’eliminazione al turno preliminare dei playoff (1-0 in casa della Juve Stabia), dopo aver chiuso, con Alessio Dionisi in panchina, il campionato soltanto all’8° posto, cioé l’ultimo buono per disputare gli spareggi promozione, quando il Palermo, in realtà, la scorsa estate era accreditato per la pronozione diretta, le agenzie di scommesse lo consideravano la prima favorita per la A. Sul campo però, nonostante un importante mercato di gennaio che aveva portato due lussi per la B come Audero e Pohjanpalo, è arrivata la terza stagione fallimentare di Serie B, tutte col marchio del City Football Group, innescando tra i tifosi il sospetto che la holding multinazionale britannica, non tenga il Palermo nella giusta considerazione.
La svolta di Gila
Ma al di là di ciò, bisogna correre ai ripari. In queste tre stagioni il Palermo è stato vittima di troppe svagatezze in campo. E dunque serve un allenatore che dia quella solidità di squadra e quella continuità di risultati che dal ritorno in B mai s’è vista. Fra l’altro, è molto interessante la carriera da allenatore di Gilardino. Per iniziarla, poteva sfruttare il suo nome da Campione del Mondo 2006 e partire da una panchina di livello. E invece no. Quando il Gila si ritira da calciatore nel 2018, vuole capire innazitutto se il mestiere di allenatore fa per lui. E così debutta in Serie D a Rezzato, comune della provincia di Brescia di 13mila abitanti. Poi continua a mettersi alla prova e a imparare il mestiere in C, passando per Pro Vercelli e Siena. La svolta nel 2022, quando l’1 luglio firma per il Genoa, come allenatore della Primavera. Fu il presidente Zangrillo a volerlo: il Grifone era appena retrocesso in B ma aveva confermato in panchina il tedesco Blessin, su cui c’erano non pochi dubbi. Che vengono a galla nell’autunno di quell’anno, quando il Genoa inizia a sbandare, Blessin arriva a dare dei “dilettanti” ai suoi giocatori e Zangrillo riesce a imporre alla proprietà statunitense il nome del Gila, promosso all’inizio ad interim e poi confermato a furor di popolo.
Il ritorno in A col Genoa
Perché riesce a dare alla squadra una solidità fuori del normale, non perde quasi mai e incassa pochissimi gol, portando il Genoa in A come seconda, dietro la rivelazione Frosinone, facendo 48 punti in 21 uscite (2.28 a partita). Quel Genoa, aveva una filosofia così riassumibile: “Voi a noi gol non lo fate; noi prima o poi almeno uno ve lo segnamo”. L’anno dopo, salva il Genoa in A con 5 giornate d’anticipo, proponendo sempre quel 3-5-2 fatto di arcigna occupazione degli spazi e importante carica agonistica, concedendosi poche distrazioni, con la squadra praticamente sempre sul pezzo. Che, a ben pensarci, è tutto ciò che è soprattutto mancato al Palermo in questi tre anni di grandi investimenti e magri risultati.