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È super Palumbo l'oro della Serie B

È super Palumbo l'oro della Serie B LAPRESSE
A gennaio aveva detto sì al Sassuolo ma il Modena s’oppose: nessuno più di lui merita la A

Antonio Palumbo non c’entra più nulla con la Serie B. Sarebbe cosa buona e giusta vederlo, nella prossima stagione, in quella Serie A che da non poco tempo merita di calcare. Del resto, le premesse per il suo sbarco nella massima categoria, si stavano mettendo già al mercato di gennaio. Palumbo aveva detto sì al super Sassuolo che ha già un piede e mezzo in A. Ma poi, quando il club neroverde è andato a trattare il suo cartellino col Modena tutto è saltato, anche e soprattutto per l’irritazione della famiglia Rivetti a cui non è andato giù il fatto che il Sassuolo sia andato a trattare prima col giocatore e poi dal club di appartenenza. Ma a giugno, è ipotizzabile che il Sassuolo e non solo, possano tornare alla carica per lui. Perché Palumbo, dopo tante annate sempre rimarchevoli, in questa stagione è definitivamente sbocciato. Se si cerca in questa B un “uomo squadra” per eccellenza, quello attorno a cui ruota l’undici, il suo nome è il primo che va fatto. In campo, potremmo definirlo come una sorta di “sette e mezzo”. Nel senso che gioca quasi nella posizione di un’ala destra, però senza esserlo, non ne ha la gamba. Ma, memore dei suoi trascorsi (eccellenti) da mediano, tende ad accentrarsi, anche per essere sempre nel cuore del gioco. Per ricevere palla e inventare qualcosa. Del resto, parlano più di tutto i suoi numeri stagionali: 7 reti e ben 9 assist in 25 presenze, difficile trovare in tutta la B un elemento più decisivo di lui, anche grazie a un sinistro sopraffino che vede la porta come pochi. E senza essere un vero attaccante. Palumbo viene ancora ufficialmente catalogato come un centrocampista. In realtà col tempo ha saputo imporsi come una via di mezzo, sintetizzando al meglio i due ruoli, sapendo essere a suo modo un giocatore universale. 

Il futuro di Palumbo

A Modena, ci s’inizia a rassegnare all’idea di perderlo: ingiusto tarpargli le ali e anzi, vendendolo bene c’è la possibilità di tenere a posto il bilancio e trovare i soldi per fare una squadra ancora più competitiva e puntare a quei playoff che il Modena sogna - segretamente - da tre stagioni, cioé da quando i Canarini sono tornati in B. E questo Modena, ben rilanciato da Mandelli in panchina, dopo il disastroso avvio di stagione con Bisoli, esonerato con la squadra al penultimo posto, qualche ambizione playoff può nutrirla già per questa annata. Specie dopo la vittoria a Cittadella (0-2) dello scorso turno, che ha portato il Modena a -3 dalla zona playoff. Certo, la priorità resta guardarsi alle spalle (+5 sui playout), specie dopo aver visto le streghe a inizio annata. Ma i mezzi per provarci non mancherebbero, vista anche la crescita di un elemento come Caso che, se sta bene, spesso fa la differenza. Al successo di Cittadella, Palumbo non ha preso parte, scontava la squalifica per l’espulsione al 91’ rimediata nell’1-1 con lo Spezia. Ma senza di lui, è stata l’occasione per ridisegnare l’assetto della squadra, un 3-5-2 che, visti i buoni esiti, potrebbe essere il modulo del post Palumbo. Giocatore che ha un solo grande limite, la carta d’identità. Palumbo il 6 agosto compie 29 anni, ed è uno scandalo calcistico che ad oggi possa contare una sola presenza in Serie A, quando metteva la testa fuori dal vivaio della Sampdoria. Anche il club blucerchiato, prima del Sassuolo, al mercato di gennaio ha invano cercato Palumbo, quasi a voler rimediare all’errore di averlo fatto partire a suo tempo. Resta il fatto che Palumbo, durante la sessione invernale, ha dato un esempio di grande professionalità. Tanti i giocatori che alla prima voce di mercato, calano nel rendimento. Palumbo invece, a trattative aperte, ha giocato le partite migliori, andando a segno per tre partite di fila, mettendo a referto anche un assist. Davvero, nessuno più di lui in questa Serie B merita di salire in A nella prossima annata. E a quel punto, un’occhiata gliela darà anche il ct Spalletti, perché Palumbo è un patrimonio del calcio italiano.

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