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Ranieri, riparte l'avventura a Cagliari

ANSA

A 71 anni, domani Sir Claudio fa l'esordio in casa contro il Como, fra il 1988 e il 1990 portò i sardi dalla C1 alla A. Trova una squadra che non si è ancora espressa secondo le sue potenzialità e che può ancora centrare almeno i playoff

TORINO - Domani, tutta la Sardegna si augura di ricominciare una meravigliosa storia d’amore. Perché certe storie non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano, canterebbe Venditti. E proprio così è andata a Sir Claudio Ranieri che domani alle 14 debutta in casa sulla panchina del Cagliari che riceve il Como di Moreno Longo. Riavvolgiamo il nastro. Nel 1988, dopo aver allenato Vigor Lamezia (in Interregionale) e Puteolana (C1), Ranieri sbarcava per la prima volta a Cagliari, allora in C1. Si creava subito una chimica unica con la piazza e in due stagioni il Cagliari ritrovava la A che sempre con Ranieri in panchina veniva mantenuta. Da lì, iniziava per lui una carriera spettacolare e internazionale, bastano i nomi delle piazze: Napoli, Fiorentina, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, ancora Valencia, Parma, Juventus, la sua Roma, Inter, Monaco, la nazionale greca, Leicester (con cui fa  l'ineguagliabile impresa di vincere la Premier), Nantes, Fulham, ancora Roma, Sampdoria e, nella scorsa stagione, Watford. Carriera con cui ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana con la Fiorentina, una Coppa del Re col Valencia e, quando si aggiudicò la Premier, divenne per la Fifa l’allenatore dell’anno e fu inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Una carriera nella quale s’è tolto anche lo sfizio di essere l’unico allenatore ad aver giocato le 4 principali stracittadine italiane con un pazzesco bilancio da imbattuto (9 vittorie e 1 pari). Eppure, il Ranieri onusto di gloria, il pensiero al Cagliari l’ha sempre portato con sé, sapeva che “doveva” tornare là dove tutto era iniziato, come se avesse un debito d’affetto da saldare con l’Isola. E’ accaduto a dicembre, un paio di mesi dopo aver compiuto 71 anni. Poco prima che arrivasse il Cagliari, aveva respinto la corte del Genoa, chiedendo la luna per allenare la rivale della “sua” Samp e del Cagliari in B. Ma era solo un modo per farsi dire di no e aspettare che arrivasse la chiamata più attesa, quella di Giulini. E quando il patron del Cagliari ha deciso di chiudere con Liverani, il resto è stata un’ovvia conseguenza. Ora lo attende una scalata mica da ridere. Eredita un Cagliari undicesimo, a un punto dalla zona playoff, sicuramente competitivo, ma che sul campo ha dimostrato di non essere quella big che si pronosticava in estate (per gli scommettitori, doveva essere la seconda forza della B dopo il Genoa). Sul mercato dovrebbe ottenere rinforzi di livello. Il primo è l’esterno sinistro Paulo Azzi, italo-brasiliano soffiato al Palermo e che piaceva in A, convinto personalmente da Sir Claudio a scegliere il Cagliari e si farà sentire con tutto il suo prestigio anche per altri acquisti di peso. Con ogni probabilità giocherà in avanti con Lapadula e Pavoletti (fatto levare dal mercato) in campo insieme, mentre col suo predecessore erano quasi sempre alternativi. Ma le alchimie tattiche che saprà produrre, conteranno relativamente. Conterà, a oltre 30 anni di distanza, aver ripreso una formidabile, unica, storia d’amore.

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