B escia, Ospitaletto, Lumezzane, Salò. Nel quadrilatero della provincia passa il futuro del calcio in città. Domani alle 19, la sindaca Laura Castelletti inaugurerà il tavolo istituzionale con i proprietari della tre squadre bresciane della provincia di serie C, per capire chi è disposto a portare il titolo sportivo in città ridando, quindi subito, alla Leonessa quella squadra che Massimo Cellino ha fatto sparire non iscrivendosi perché si è rifiutato di pagare 3 milioni di contributi e stipendi arretrati. In città monta la bufera. I tifosi biancoblù sono furibondi con l’imprenditore sardo è c’è anche chi, il gruppo ultras 1911, si è imbarcato sul primo traghetto disponibile per andare a cercare in Sardegna l’uomo che ha calpestato 114 anni di storia. Cellino possiede ancora anche una casa sul lago di Garda, tra Padenghe e Manerba, e anche quello diventa un punto sensibile. Perchè prima o poi è atteso per tornare a svuotarla.
Presidiata la sede
La polizia presidia, anche la sede dove fino a domani nessuno dei dipendenti metterà piede. In attesa di comunicazioni dallo stesso Cellino, che ora vuole evitare il fallimento per non incorrere in procedimenti giudiziari nei quali verrebbe coinvolto anche il figlio Edoardo. Punta alla messa in liquidazione, passando da un concordato fallimentare. Ma intanto Cellino andrà avanti con i processi. Sempre domani è atteso il pronunciamento della Corte d’Appello sulla retrocessione a tavolino delle Rondinelle e poi l’uomo di Cagliari proseguirà per i tribunali ordinari tutta l’estate.
Verso il nuovo Brescia
Ma il Brescia per il calcio professionistico non esiste più. Ora tocca al Comune ridare un qualcosa in cui credere al popolo biancoazzurro. Nel tavolo di domani, Laura Castelletti sonderà nel dettaglio le volontà di FeralpiSalò, Lumezzane e Ospitaletto di trasferirsi al Rigamonti, abbandonando però i colori sociali, e indossare il biancoblù con la V sul petto. Il primo dei tre proprietari - tra Giuseppe Pasini, Ludovico Camozzi e Giuseppe Taini - che dira sì alla proposta, sarà la nuova squadra guida. Il nuovo Brescia. Bisognerà poi trovare un nome, che per almeno un anno non potrà prevedere la parola Brescia.
La nascita della Leonessa
“Leonessa” è per ora il più probabile. I tifosi della Curva Nord sono stati chiari: "Non abbiamo preclusioni di sorta, ma non porteremo in giro per l’Italia colori diversi da quelli del Brescia o nomi che richiamano ai paesi di una delle tre squadre. Con tutto il rispetto ci mancherebbe, ma noi siamo il Brescia e dobbiamo mantenere la nostra identità". C’è però anche un gruppo ultras, appunto i “1911”, partiti alla ricerca dell’uomo che ha staccato la spina, che la pensa in modo opposto: "No alle fusioni. Piuttosto ripartiamo dal basso. Dalla serie D o dall’Eccellenza, ma senza prendere la matricola sportiva di altre società". Se il Comune di Brescia non troverà un accordo con nessuno dei tre club bresciani di serie C, si scenderà di categoria: in serie D sia la Pro Palazzolo di Claudio Forlani sia il Desenzano di Roberto Marai paiono disposti a diventare il nuovo Brescia.