Juary che balla dopo un gol facendo un girotondo intorno alla bandierina del calcio d’angolo: dici Avellino e, se hai qualche annetto, può essere la prima immagine a venirti a galla, quell’estroso brasiliano che quaranta e rotti anni fa incantava l’Irpinia facendo sognare i campani. Ma c’era anche un canale privilegiato con la Juventus a dare linfa vitale. Si pensi a Tacconi e Vignola su tutti, che passarono per entrambi i club, con la Real Casa Fiat che aveva lo stabilimento Iveco nella vicina Fiumeri (chiuso nel 2019), sponsor di quell’Avellino che tra il 1978 e il 1988 si levava lo sfizio di battere al Partenio gli squadroni degli Anni ‘80, Juve compresa. A lungo è stata leggenda nei ricordi dei tifosi pure il peruviano Geronimo Barbadillo (sarebbe stato bello vederlo in avanti con Lapadula).
Il progetto di D'Agostino
Ecco, anche se i tempi sono cambiati, iniziate a pensare che quei tempi potrebbero tornare. No, non è esagerato sognarlo. Perché ad Avellino c’è un progetto che non si vedeva da decenni, passati nel frattempo tra crac ed esclusioni quando andava male, piccolo cabotaggio se girava appena bene. Angelo Antonio D’Agostino, 64 anni il 10 giugno, è dal 29 febbraio 2020 presidente dell’Avellino. Ha messo ingenti somme sui lupi perché è la squadra della sua terra, è nato a Montefalcione, provincia irpina, è padre di 5 figli e 2 nipoti, fa l’imprenditore dal 1983, quando fondò la D’Agostino Costruzioni Generali, arrivata a lavorare sull’energia (elettrica, metano e rinnovabile), con interessi nell’editoria. Nel 2013, per Scelta Civica divenne deputato, poi ha fatto anche il sindaco di Montefalcione. Ora è in area Forza Italia, responsabile Dipartimento Innovazione e Sviluppo. Mani parecchio in pasta, insomma.
Il sogno di Avellino
Il Gruppo D’Agostino ha 20 aziende, 210 milioni di fatturato e 567 dipendenti. Ci ha messo 5 anni, ha speso cifre (quasi) folli per la C ma dopo 7 stagioni ha riportato l’Avellino in B con la pazzesca cavalcata ottenuta lanciando in panchina il subentrato Raffaele Biancolino, totem della storia irpina, ex attaccante un tempo noto come il Pitone, che ha vinto il girone C della Serie C con 12 vittorie di fila, indiscutibile dominio con una ”spintarella” al momento giusto, al cambio della classifica per le esclusioni di Taranto e Turris. E ora, dalle parti del Partenio non si sta più nella pelle, nell’aria si respira la carica giusta. L’ultimo campionato di B ha dimostrato che chi arriva dalla C può essere più competitivo di chi scende dalla A (Sassuolo a parte). Il miracolo Juve Stabia accende la voglia di scalzare Castellammare da secondo club campano dopo il Napoli. Certo, a parole si lasceranno i favori del pronostico - cioé il peso - alle solite big. Ma sotto sotto ad Avellino si sa che c’è il clima giusto per provarci, a fari rigorosamente spenti.
Pafundi e Vlahovic
Ma sino a un certo punto. All’Avellino è stato associato anche il nome glamour della stellina opaca di Pafundi che dopo il prematuro lancio Manciniano, ora stenta nell’Udinese: venisse a farsi le ossa al Partenio, magari diventerebbe un calciatore fatto e finito. Ma l’Avellino è anche sui giovani più promettenti che escono dai vivai, come Leonardo Graziani, attaccante e capitano della Roma Primavera. O un difensore che ha fatto un fior di campionato nella Juve Stabia, Bellich. Per non parlare di Coppolaro, proprietà Modena, discreto nella Carrarese di Calabro. Con la possibilità di farsi dare dal vivaio dell’Atalanta, il bomber serbo dell’U23 Vanja Vlahovic, 21 anni, che ha chiuso una stagione trionfale in C, 22 gol (di cui 3 ai playoff) ma forse dall’Atalanta potrebbe essere più semplice ottenere il comunque promettente Dominic Vavassori, 19 anni, seconda punta italo-brasiliana (15 reti in stagione). C’è da capire se lo stadio sarà pronto alla 1ª giornata (l’Avellino si sposterebbe allo Stirpe di Frosinone) ma sarà un piccolo handicap che con la carica giusta che si respira in tutta l’Irpinia, si potrà superare. Un po’ di pazienza, ce n’è voluta tanta in questi anni. Ma i tempi d’oro dell’Avellino stanno tornando, ci sarebbe da scommetterci.