Al Brescia la situazione è sempre più ingovernabile. Massimo Cellino è a fine corsa, ma non ne vuole sapere di scendere a miti consigli per la cessione della società. Nonostante ormai sia sempre più solo. Dal club se n'è andato anche il direttore generale Luigi Micheli, che il patron sardo aveva inserito pure nel Cda per avere un uomo in più di sua fiducia. Dopo cinque anni anche Micheli ha detto basta. La squadra intanto non sa più vincere: solo 2 successi nelle ultime 20 partite. E anche Maran, sul quale lo stesso Cellino in queste ore sta facendo delle riflessioni, appare in confusione citando numeri in base ai quali il Brescia meriterebbe di vincere le partite. Lo 0-0 con il Sudtirol ha portato a una nuova contestazione. E stavolta non solo verso Cellino, ma anche verso i giocatori. Non era mai successo in 114 anni di storia che il Brescia rimanesse senza vincere al Rigamonti per 10 partite, saranno 159 giorni quando inizierà la prossima gara interna, l'8 marzo con il Cesena.
I sogni sfiorati di Corioni
Nel novembre del 2023 avevamo scritto su queste colonne dell'interessamento per il club biancoazzurro di Carlo Slim Helù, tycoon messicano, indicato da più parti tra i venti uomini più ricchi al mondo. Magnate della telefonia nel proprio paese, già tra gli sponsor della Ferrari, con quote in società di calcio messicane e del Real Oviedo in Spagna. A Brescia a far gola c'è il business della ricostruzione dello stadio Rigamonti, che già 30 anni fa al suo avvento Gino Corioni mise come pietra angolare per fare grande calcio a Brescia. L'obiettivo dell'imprenditore di Ospitaletto era quello di portare la Leonessa ad essere quello che negli ultimi anni è diventata l'Atalanta. Corioni è morto nel 2016 con i suoi sogni solo sfiorati dopo aver tesserati Baggio e Guardiola tenendo per cinque stagioni (record) il Brescia consecutivamente in A.
Le promesse frantumate di Cellino
Massimo Cellino è presidente dell'agosto del 2017. Le sue promesse ("sono qui per far business e quello coinciderà con le soddisfazioni dei bresciani") si sono frantumate di fronte a fatti opposti. Cambi schizofrenici di allenatori, dirigenti e giocatori hanno portato solo una volta il Brescia in A per poi retrocedere subito e anche in C sul campo due anni fa, onta poi cancellata dal ripescaggio per i guai della Reggina. La pista messicana, con anche due imprenditori bresciani a fare da intermediari, non è definitivamente chiusa. Ma prima di tutto va registrata una reale volontà a vendere da parte di Cellino e a una cifra non impossibile. Volontà che non appare ancora così concreta.