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Buongiorno per Zapata, Soppy e soldi: il Toro si vende un pezzo di futuro

LaPresse/Marco Canoniero

Altro che big incedibili: il "capitan futuro" di Cairo, l’unico figlio del Fila adorato dai tifosi, usato per tappare il buco in attacco con una scommessa di 32 anni. C’è l’ok tra i club: i dettagli

TORINO - Bergamo può svegliarsi con il Buongiorno, il Toro è vicino a vendersi un pezzo non indifferente di futuro. Clamorosa e sorprendente la riapertura della trattativa lampo tra l’Atalanta e il club granata che sta per portare alla cessione del difensore centrale ai nerazzurri. Che al Torino girerebbero 17 milioni più il cartellino di Zapata e Soppy (più facile il prestito con diritto di riscatto che l’acquisizione definitiva, per quest’ultimo). Buongiorno, ieri al Fila, non ha salutato nessuno, ma il dt dei lombardi D’Amico confida di chiudere l’affare nella giornata odierna.

Un eufemismo definire travagliato il pomeriggio di Buongiorno. Al difensore granata non sono soltanto passate davanti tutte le immagini della passata, meravigliosa stagione. I ricordi sono ben più radicati, hanno radici profonde che per il ragazzo non sono facili da strappare e piantare a Bergamo. Buongiorno sarebbe dovuto essere il riferimento tecnico e morale del Torino per tanto tempo, dopo essere stato un simbolo lungo tutto il percorso del settore giovanile. Vissuto con la fascia di capitano al braccio che è poi arrivato a indossare con gli occhi lucidi e l’orgoglio di chi sente una speciale, unica appartenenza a un club. Chi gli è vicino ne ha raccontata la mostruosa fatica a sostenere con un minimo di presenza l’allenamento di ieri. Attraversato con la testa addensata dai suddetti ricordi e dalle valutazioni sul futuro. Senza l’offerta dell’Atalanta, accettata da Cairo e Vagnati e sottoposta al giocatore attraverso il suo agente Riso (lo stesso di Juric), mai avrebbe anche solo pensato a lasciare il Torino. E invece si è trovato a sfogliare la margherita, anzi un prato di margherite di fatto senza trovare la soluzione al rebus. Il tema non è accettare o meno le lusinghe dell’Atalanta che in questo frangente storico è un club più ambizioso del Torino, ma provare a rompere il cordone ombelicale che allo stesso Torino lo lega. Certo Buongiorno è un professionista, ma tra tutti quelli che fanno parte della rosa di Juric è l’unico con un autentico spirito granata. «Buongiorno sente il derby in modo particolare, vorrei che anche altri suoi compagni sentissero la storia di questo club come lui», diceva l’allenatore prima della gara contro la Juve di febbraio. Poi, prima dell’ultima gara di campionato contro l’Inter, lo stesso tecnico croato aveva aggiunto frasi inequivocabili: «Forse l’unico che non dovrebbe mai essere venduto è Buongiorno. Ognuno ha il suo prezzo, ma per me Buongiorno rappresenta il Torino».

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