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Mezzo Toro dopo ferragosto: i mercati di Cairo, un problema per Baroni

Senza cessioni, a oggi servono almeno 5 titolari. E la rivoluzione in panchina complicherà ancor di più i piani. Ma Cairo ha già detto che vuole l’Europa...

Così fan tutti? No, non tutti. Così fanno molti, è meglio dire. E poi conta anche il modo: proprio perché in ogni cosa c’è sempre modo... e modo. E comunque pesa la qualità, non soltanto il quando. Contano poi le ambizioni: il chi sei, e dove vuoi arrivare. Conta il pregresso: qual è il punto di partenza? E conta la coerenza. La lungimiranza. La programmazione. Per dire: una società che ben dopo Ferragosto, all’insaputa dell’allenatore (Vanoli), attua la vendita di una colonna come Bellanova per poi sostituirlo con una riserva che aveva giocato poco e male nel Sassuolo retrocesso, Pedersen (forse sarebbe stato meglio il ciclista), in cosa sbaglia? In tutto: nei modi, nei tempi, nelle scelte, nella progettualità, nel rispetto... Solo il portafoglio salva. Solo quello. In ogni caso, la storia è sempre la stessa. Tra giugno e luglio, ogni anno, Cairo ripete ciclicamente di voler accontentare il più possibile l’allenatore di riferimento. E anche nel più breve tempo possibile, in ogni caso abbastanza in fretta. L’ha già ripetuto anche con Baroni, dopo averlo ingaggiato. Ha già “battezzato” pure lui. Vedremo nei prossimi due mesi: e saremmo non felici, ma felicissimi di sbagliarci.

Gli ultimi mercati granata

Ma proviamo ad analizzare gli ultimi 4 mercati estivi, pur se la musica sarebbe sostanzialmente la stessa anche nelle annate precedenti, a parte minuscole eccezioni in 20 anni di cairismo (e cairismi) che confermano la regola. Dei 31 giocatori arrivati al Torino nelle estati del 2021, ‘22, ‘23 e ‘24, addirittura 20 sono stati presi tra agosto e inizio settembre: significa il 65%. Se poi restringiamo il campo a prima e dopo Ferragosto (secondo mese del mercato col campionato già in corso), scopriamo che dopo il 15 agosto sono arrivati ben 14 giocatori, cioè sostanzialmente la metà del totale estivo, assoluto (il 45%, a essere precisi). Nota a margine: per l’analisi, non abbiamo ovviamente considerato i giocatori già in rosa, riscattati di volta in volta a giugno, oppure quelli rientranti dai prestiti, a fine stagione. Abbiamo ovviamente considerato invece quei giocatori (come Lazaro e Vlasic) che sono stati restituiti alla società proprietaria a fine campionato, senza accendere il diritto di riscatto, per poi continuare a trattarli e riconsegnarli all’allenatore (Juric) ad agosto in corso, cioè solo dopo aver conquistato sconti... “esistenziali”.  
«Cairo non programma: sostituisce. Però in questa maniera il Toro non cresce seguendo un progetto coerente, ma galleggia soltanto, così come diceva anche Juric», dichiarò a Tuttosport neanche troppo tempo fa Ferrante, con acume, fotografando gran parte della realtà granata. Anche questo distingue il Torino dal Bologna, dalla Fiorentina, da sua maestà (al confronto) Atalanta. E ora anche dal Como. Cairo, però, ai suoi allenatori chiede anche l’Europa: e pure questo ha già fatto con Baroni. Anche con Baroni, sì. A Vanoli, il 29 agosto, gli consegnò Maripan e il 30 Walukiewicz: ma che servissero due centrali si sapeva da luglio (e comunque Buongiorno era già stato sostituito a caro prezzo con Coco, il cui valore poi si è visto...). Nel 2023, Lazaro (restituito in precedenza all’Inter) fu acquistato il 23 agosto, il centrale Sazonov il 30, l’insulso terzino Soppy arrivò il 31, l’indispensabile Zapata fu preso il 1° settembre. 

Baroni deve aspettare

Di tutto un po’: arrivano sempre rincalzi e titolari fondamentali a fine agosto, sempre per massima coerenza. E in massima parte anche nel ‘21: Pobega, Praet, Zima e Brekalo, tutti tra il 27 e il 31 agosto. E ogni volta le rose non vengono completate: sempre, con rinvio strategico a gennaio, promettendo di accontentare poi l’allenatore...  
Sarà un caso, e come tale difatti lo scriviamo, ma resta il fatto che solo nell’estate del ‘22 ben 4 giocatori arrivarono sì ad agosto, ma prima di Ferragosto (e solo 2 a posteriori): in precedenza era scoppiata quella rissa tra Juric e Vagnati, in ritiro in Austria. Per carità, a scanso di equivoci: mai più!
Ma Baroni sappia, se già non sa, come funziona l’orologio del mercato, nel Torino di Cairo. Anche perché riceve una rosa largamente non all’altezza: per il 4-2-3-1 mancano due esterni titolari difensivi e altrettanti offensivi, un difensore centrale di valore e una punta che veda la porta. E poi, una volta venduti Ricci e Milinkovic Savic, si apriranno altre voragini. Inoltre il calendario “spaventoso” delle prime giornate dilata ulteriormente, in prospettiva, il rischio della rivoluzione in arrivo. Questa è la musica di partenza, insomma. Davvero sperando di sbagliarci: e lo ripetiamo, certo.  

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