Chissà se la coppia Pulici-Graziani avrebbe funzionato allo stesso modo se i due avessero iniziato ad allenarsi e giocare insieme a campionato già iniziato. Nel lungo periodo certamente sì, considerata la grande qualità dei due attaccanti (per loro parlano i gol, le classifiche marcatori, i titoli vinti e il grande affetto che i tifosi granata provano ancora oggi nei loro confronti), probabilmente avrebbero ugualmente trascinato il Torino allo scudetto nel 1976, nell’immediato, però, avrebbero forse impiegato un po’ di più a ingranare come coppia, a diventare i “Gemelli del gol” granata.
Graziani, il Torino ora ha un nuovo allenatore, Baroni: quanto sarebbe importante consegnargli una squadra quasi al completo per l’inizio del ritiro?
«Certo che sarebbe importante, sarebbe il massimo. Ma purtroppo questo è il problema che hanno un po’ tutti gli allenatori ora: non riescono ad avere la squadra fatta e, con le date che ci sono del calciomercato, sono tanti quelli che vedono arrivare i giocatori quando il campionato è già iniziato. Ormai gli allenatori che vanno in ritiro con l’80% della squadra fatta non ci sono più».
Il Torino inoltre avrà un inizio di stagione molto difficile: Inter, Fiorentina, Roma e Atalanta sono le prime quattro avversarie. Anche per questo Baroni avrebbe bisogno al più presto dei nuovi innesti
«Il problema è che prima di acquistare i nuovi calciatori le società devono vendere. Questo vale per il Torino ma anche per le altre. L’ideale sarebbe riuscire a fare al più presto le operazioni in uscita, avere le idee chiare sui giocatori su cui investire e poi farli arrivare il prima possibile».
Da allenatore, l’avere tanti calciatori che arrivano a fine mercato, dopo che hanno fatto preparazioni diverse, può diventare un problema anche per la tenuta fisica della squadra nel corso della stagione?
«Si, il vero problema è questo perché ogni allenatore, con il suo staff, ha le sue metodologie di lavoro e le preparazioni estive non sono tutte uguali. Poi dipende anche dai calciatori che arrivano...».
La qualità può giustificare eventuali ritardi nel chiudere le operazioni in entrata?
«Basti pensare al Napoli l’anno scorso: Conte ha avuto diversi giocatori importanti, come Lukaku, Neres e McTominay, a campionato iniziato e dopo aver perso a Verona. Poi ha vinto lo scudetto».
A proposito di allenatori, le piace Baroni?
«Sì, mi piace. Baroni ha fatto un ottimo lavoro con la Lazio anche se nell’ultimo mese, di fatto, è stato dilapidato. Dalla possibile qualificazione alla Champions League i bianconcelesti sono passati a non qualificarsi per nessuna coppa. Ma quanto fatto da Baroni resta comunque un buon lavoro».
L’ha sorpresa l’esonero di Vanoli?
«Non me lo aspettavo proprio. Anche perché il rapporto che aveva con il presidente Cairo era buono, quindi non pensavo che si arrivasse a un cambio in panchina. Negli ultimi due mesi di campionato Vanoli forse avrebbe dovuto mantenere nello spogliatoio un livello di competitività alto a livello mentale. Il Torino ha invece un po’ mollato, ha perso partite che non avrebbe dovuto perdere e non ha chiuso bene la stagione raccogliendo pochi punti dopo che aveva fatto un buon girone di ritorno».
Lei Vanoli lo aveva conosciuto, era andato anche al Filadelfia alla vigilia dell’ultimo derby
«Sì, Vanoli è un allenatore che mi piaceva e che continua a piacermi anche adesso. Secondo me è un bravo tecnico, il cambio in panchina infatti non me lo aspettavo. Quella volta avevo parlato con i giocatori, avevo spiegato loro cosa significasse il derby per i tifosi».