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Perciun: "Toro, portami in ritiro. E poi vedremo"

Perciun: "Toro, portami in ritiro. E poi vedremo" LAPRESSE
Dopo l’esordio in prima squadra, l’altra sera il talento del Torino ha debuttato nella Moldavia contro l’Italia sotto gli occhi di Moretti, braccio destro di Vagnati

INVIATO A REGGIO EMILIA - Ci sono momenti che ti segnano per tutta la vita e Sergiu Perciun, 19 anni compiuti ad aprile, mai dimenticherà quando è entrato in campo contro l’Italia con la Moldavia. Venerdì aveva già debuttato in Nazionale maggiore in amichevole contro la Polonia, ma quella di lunedì sera è stata la sua prima gara ufficiale, sotto gli occhi di Emiliano Moretti, braccio destro di Davide Vagnati, al Mapei Stadium anche per vederlo all’opera.  

Sergiu, che emozioni ti ha lasciato questa settimana in Nazionale?  
«È stato molto bello giocare per il mio paese. Ho vissuto giorni molto intensi ed, essendo io ancora giovane, spero che arrivino altre partite così importanti come quella contro l’Italia. Anzi, mi auguro che questa sia stata solo la prima di una lunga serie». 

Dalla prima convocazione al debutto in gara ufficiale: hai bruciato i tempi... 
«L’allenatore mi ha detto di dare tutto: sono entrato e ho cercato di avere subito un buon impatto sulla partita. Ho cercato di rendermi utile per provare a segnare quel gol che avremmo meritato viste le tante occasioni create». 

Già, nessuno immaginava che l’Italia avrebbe faticato contro la Moldavia.  
«Abbiamo provato a fare il nostro gioco. E, ripeto, c’è un po’ di rammarico perché un gol avremmo potuto segnarlo». 

Finora per te è stato un anno magico.  
«Già, prima il debutto in Serie A, poi quello in Nazionale. In campo e in allenamento do sempre tutto quello che ho e ora devo arrivare pronto alla prossima stagione che sarà ancora più intensa». 

C’era Moretti in tribuna. 
«Però non ci siamo visti né parlati». 

Un messaggio per Vanoli che ha subito creduto in te?  
«L’ho già ringraziato quando è andato via perché mi ha dato la possibilità di giocare in Serie A. Ora gli auguro il meglio per la sua carriera». 

E tu cosa ti auguri? 
«Di fare bene». 

Hai già parlato con Baroni? 
«No, non ho ancora parlato con lui né ho fatto il punto della situazione con la società sul futuro. Ora vedremo che cosa fare, ma mi piacerebbe andare in ritiro con la prima squadra». 

Dove devi ancora migliorare? 
«In tante cose... Ma innanzitutto devo mettere su un po’ più di muscoli». 

La cosa più difficile da affrontare in prima squadra? 
«Il ritmo, ci ho messo un po’ ad adattarmi». 

A chi ti ispiri? 
«Guardo tanti giocatori e cerco di prendere il meglio da loro, se proprio devo dirne uno, dico De Bruyne». 

Il tuo ruolo preferito? 
«Posso giocare a centrocampo, come esterno oppure sottopunta. Però, per giocare in mezzo al campo, devo mettere su chili». 

Dei tre, però cosa scegli? 
«A me basta giocare: dove mi mettono, mi sta bene...». E giù una risata. 

Che cosa vedi nel tuo futuro? 
«Voglio trovare qualità per riuscire a esprimere le mie qualità. Questi mesi hanno rappresentato per me un periodo di crescita importante e se sono arrivato a questi risultati è grazie al lavoro». 

Chi ti ha aiutato di più al Toro? 
«I compagni mi hanno preso da subito sotto la loro ala, così come lo staff di Vanoli. E li ringrazio».

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