TORINO - La cena di mercoledì a Milano non ha solamente riempito lo stomaco di Cairo, ha anche colmato la voglia del presidente di cambiare allenatore. L’incontro con Baroni ha portato alle firme sul contratto e all’inizio di una nuova era in casa Torino. Ieri, intorno alle 12.20, è arrivato il comunicato da parte della società che ufficializzava l’ingaggio dell’allenatore; un’ora prima era stato invece comunicato l’esonero di Vanoli. "Avevamo iniziato bene la stagione, poi c’è stato un calo a causa dell’infortuno di Zapata. Ci eravamo ripresi ma abbiamo chiuso male con le ultime otto partite. Per questo abbiamo deciso di dividerci con il mister: nella settimana scorsa c’è stato un incontro cordiale, gli ho riconosciuto i meriti che ha avuto, ma abbiamo deciso di cambiare", ha spiegato Cairo in serata ai microfoni di Sky.
La scelta di Baroni e l'obiettivo Europa
Il presidente granata ha indicato il motivo per cui ha scelto Baroni per guidare la squadra: "Ci è piaciuto il percorso che ha fatto in questi anni, nell’ultima stagione ha fatto cose buone anche se non è andato in Europa. Il mister è in una fase di maturazione, per noi è la scelta giusta". Scelta giusta, ha spiegato Cairo, per provare a raggiungere quell’obiettivo che nei suoi vent’anni di presidenza il Torino ha centrato solamente due volte: la qualificazione a una coppa europea. E stavolta il presidente granata non si è nascosto: "Non nell’ultimo, ma nei precedenti due campionati abbiamo lottato fino all’ultimo per andare in Europa, per otto volte negli ultimi tredici anni abbiamo chiuso nella parte sinistra della classifica, solo due volte ci siamo qualificati alle coppe: senza fare troppi proclami, l’obiettivo è andare in Europa". Per riuscire a staccare il pass per un torneo internazionale servono però rinforzi e lo sa anche lo stesso Cairo: "Uno o due giocatori saranno ceduti, ma vogliamo potenziare la rosa a disposizione del mister". Uno dei principali candidati alla partenza è, come noto, Ricci. "Ma non ci sono al momento trattative per lui. Magari resta e va via qualcun altro... Vogliamo comunque fare degli investimenti importanti", ha concluso.
In attesa di capire che squadra allestirà, merita di essere segnalato un dato statistico: con l’arrivo di Baroni sono ora 22 i cambi in panchina decisi dal presidente dal quando nel 2005 ha acquistato il Torino. Il primo era stato immediato con De Biasi che prese il posto di Stringara. Poi ne sono seguiti altri ventuno per un totale di diciassette allenatori diversi (c’è chi è tornato più volte come lo stesso De Biasi, ma anche Novellino, Colantuono e Lerda); l’unico che ha avuto la possibilità di aprire un ciclo lungo è stato Ventura che è rimasto per cinque stagioni, dal 2011 al 2016, prima andare a guidare la Nazionale. Poi la storia racconta di altri percorsi interrotti prematuramente - come quelli di Mihajlovic, Mazzarri o Giampaolo - e di traghettatori arrivati per salvare il Torino dalla B, come Longo e Nicola. Con Juric si è aperto un altro mini-ciclo di tre anni. Il resto è storia recentissima, con Vanoli, arrivato un anno fa. E ieri mattina è stato ufficialmente esonerato per far spazio a Baroni.