Da Claudio Lotito a Urbano Cairo: Marco Baroni ha grande coraggio, non c’è il minimo dubbio. È una persona seria, un tecnico di grande esperienza, capace di gestire anche le situazioni più complicate: e l’ha dimostrato più di una volta. Un tecnico capace anche di gestirsi tra scenari (da altri) terremotati. Allena dal 2000, da un quarto di secolo, e l’11 settembre compirà 62 anni. Ne ha viste di cotte e di crude, si dice in questi casi. Alle spalle, la grande delusione provata a Roma sulla panchina della Lazio: dall’eliminazione anche sfortunata contro il Bodo a quell’incredibile sconfitta all’ultima giornata di campionato contro il Lecce, che ha significato l’addio a una qualificazione europea per la prossima stagione. Lotito lo ha silurato alla sua maniera, di conseguenza: senza alcuna remora, cercando di raggiungere prima possibile l’accordo con Sarri, per il quale anche altre squadre stavano effettuando sondaggi.
Baroni, come Vanoli, silurato dopo un anno
Il patron della Lazio ha cercato di accelerare il più possibile nelle trattative, innescando un effetto domino che si è perfettamente sposato con le necessità... individuali di Cairo. Ovvero il desiderio tutto personale di dare un calcio nel sedere (assolutamente metaforico, ça va sans dire) a Vanoli: anche lui, come Baroni nella Capitale, silurato dopo appena un anno. D’altra parte la durezza dialettica delle accuse e delle critiche espresse da Cairo dopo la partita contro la Roma sono chiaramente apparse ai più non solo esagerate e sotto molti aspetti pretestuose e ingiuste, ma figlie anche di un... fastidio che il presidente covava da tempo. «Ha allenato i tifosi più che i giocatori, mi ha molto deluso»: sono frasi che resteranno. Non che Lotito sia stato più simpatico nel ricordare Baroni, ieri: «Non l’ho esonerato. Io non sono abituato a misurare le persone per i risultati, ma per la tenuta psicologica in un contesto specifico. Baroni ha fatto una scelta (la risoluzione consensuale del contratto, ndr) perché ha capito che sono venute meno alcune aspettative che evidentemente aveva previsto». Ognuno la gira come vuole, insomma. Sono presidenti padroni: emoticon di chi allarga le braccia.
Baroni ricco di entusiasmo
Resta il fatto che Baroni è già ricco di entusiasmo, di stimoli e della cosiddetta rabbia positiva tipica di chi per tutta la vita ha fatto sport e vive di sport e nello sport, un tempo da calciatore e poi da allenatore. L’idea, la possibilità di ripartire subito su una piazza importante come quella granata lo ha riempito di orgoglio, di soddisfazione: una gratificazione anche morale, per lui. Le esperienze più belle le ha vissute in questi ultimi anni pensando alla promozione in A col Lecce, alla salvezza successiva e poi all’impresa della permanenza nella massima serie realizzata anche a Verona, nonostante gli avessero venduto mezza squadra. Con la Lazio il salto in alto della carriera: mai così in alto. Inizio più che promettente, mesi ricchi di soddisfazioni e successi in Italia e in Europa, quindi il calo primaverile e l’emersione di una qual certa insoddisfazione in Lotito. In ogni caso, come preannunciato, Baroni ha risolto ieri ufficialmente il contratto con la Lazio, che prevedeva ancora un anno di legame.
Tutto pronto per Baroni
Dopo i più che positivi sondaggi degli ultimi tempi sul fronte granata, con in azione i vertici della società, sono ora maturate tutte le condizioni, formali e contrattuali, affinché Baroni possa serenamente incontrare Cairo e Vagnati per limare gli ultimi dettagli economici e firmare i papiri (poi da depositare in Lega). Subito dopo, a Vanoli comunicheranno l’esonero, a meno che il tecnico non trovi un altro club nel volgere di 24, 48 ore e non si ritrovi pure lui nelle condizioni di spingere per una risoluzione contrattuale consensuale. Pro memoria: Vanoli ha ancora un anno di contratto col Torino, fino al 2026, con un ingaggio di un milione netto abbondante. A Roma, Baroni guadagnava 1,5 milioni netti a stagione. In granata lo attende un contratto probabilmente un po’ meno ricco. Al momento si vocifera di un biennale a circa 1,2 milioni a campionato, ma alcuni aspetti economici sono ancora da discutere nei dettagli. Non ci stupiremmo, insomma, se alla fine l’accordo prevedesse grossomodo uno stipendio complessivo da 2,5 milioni netti nell’arco dei due anni: 1,25 milioni netti a stagione, insomma. Le trattative sono decollate subito, con la risoluzione ufficiale del contratto con la Lazio, e proseguiranno anche oggi: quando, in assenza di sorprese, potrebbe già andare in scena il summit decisivo tra Cairo e il tecnico.
Il chiodo fisso di Cairo
Di sicuro nel contratto di Baroni compariranno variegati bonus legati alla qualificazione a una Coppa europea e alla vittoria della Coppa Italia. Cairo ha il chiodo fisso della conquista di un posto nelle Coppe e anche lui ha un modo tutto suo per misurare le persone. Nonché per parlare di ambizioni e di obiettivi da raggiungere anche dopo la sostituzione di Buongiorno con Coco e la cessione di un Bellanova alle spalle dell’allenatore di riferimento, con l’ingaggio al suo posto di un Pedersen qualsiasi (forse sarebbe stato meglio il ciclista?). Nelle prossime settimane Cairo potrebbe vendere Vanja, Ricci e Ilic, sull’altare delle plusvalenze. Pensierino della sera: peccato non aver potuto veder giocare Salama al posto di Zapata, in questi mesi. «Cairo ha voluto conoscermi bene prima di ingaggiarmi, ma anch’io ho preso informazioni su di lui. E a me non piace la mediocrità»: così parlò Vanoli, poco meno di un anno fa. L’allenatore dei tifosi, per Cairo. Auguri a Baroni, adesso. Auguri veri, sinceri.