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Toro, un finale rovinato e una rosa da rivoluzionare

Altro che "un minicampionato da vincere al massimo delle motivazioni". Contro Lecce e Roma rischio di altri tracolli. Il ciclo? Quasi tutto da rifare

TORINO - Sei punti in meno rispetto allo scorso campionato, 44 contro 50. Due vittorie in meno e altrettante sconfitte in più. Un solo punto conquistato nelle ultime 3 partite, 4 punti nelle ultime 5 e comunque una sola vittoria nelle ultime 7 gare (opportuno ricordarne gelidamente l’elenco: Lazio-Torino 1 a 1, Torino-Verona 1-1, Como-Torino 1-0, Torino-Udinese 2-0, Napoli-Torino 2-0, Torino-Venezia 1-1, Torino-Inter 0-2). Sempre migliore nella resa il triplice Torino di Juric dopo 36 giornate, rispetto al rendimento della squadra di quest’anno: 50 punti nella primavera del 2024 e altrettanti nel ‘23, 47 punti (3 in più di oggi) nel 2022, cioè nel finale della prima stagione griffata dal tecnico croato. Archiviata la sconfitta dell’altro giorno contro l’Inter, il conteggio dice che il Toro in casa ha conquistato solo 25 punti in 18 partite: erano stati 30, 5 punti in più, nello scorso campionato dopo lo stesso numero di incontri. Questo Torino ha anche subito 10 gol in più rispetto a un anno fa, in 36 partite: 42 contro 32 (solo 10 clean sheet, contro 18).

Il bilancio di Vanoli

Diceva domenica sera Vanoli, dopo la sconfitta contro l’Inter: "Con la società continuiamo a parlare di come si debba fare per migliorare la rosa. Si tratta di portare avanti un ciclo nuovo che deve", per l’appunto, "essere migliorato. La maglia che indossiamo va onorata e questo, rispetto al primo tempo contro il Venezia, l’abbiamo capito: stavolta i ragazzi hanno dimostrato spirito e coraggio, pur perdendo. In estate cercheremo quegli elementi per migliorare non solo la fase offensiva, ma anche quella difensiva. Rispetto alla scorsa stagione i gol presi sono stati di più, ma davanti abbiamo segnato più reti": 6, per la precisione. "Sono molto orgoglioso di essere l’allenatore del Torino e già molto carico anche per il prossimo campionato, pur se questa stagione non è andata come speravamo. Ma questo passo indietro sono convinto che possa servire per compiere due passi avanti nella prossima stagione. Riuscire a finire con l’orgoglio giusto il campionato sarà un buon punto di partenza. Poi con il direttore tecnico e con il presidente dobbiamo lavorare tanto per migliorare la squadra". Tanto per cambiare.

Torino, il punto sul mercato  

Proviamo a riflettere. Milinkovic Savic ha mercato anche all’estero (Premier) e una clausola rescissoria da 20 milioni: può partire. Pedersen a destra ha deluso, serve un terzino titolare. Tra i marcatori, come minimo ne occorre uno di qualità migliore rispetto a Coco e Walukiewicz, e un altro di piede mancino in previsione della più che probabile partenza di Masina. Mentre Schuurs, si sa, resta un punto di domanda anche per il futuro, per ora senza date di riferimento. A sinistra, con Sosa da restituire cortesemente all’Ajax, occorre un vice Biraghi. A centrocampo è data per scontata (dal cairismo imperante) la cessione di Ricci. A corredo partirà poi Linetty a parametro zero, sarà di nuovo messo sul mercato Ilic come già l’estate scorsa e poi a gennaio, mentre Tameze cercherà un’altra squadra per tornare a giocare. Morale: altro reparto smontato e da rimontare, fermi restando Casadei e Gineitis. Sulla trequarti serviranno poi due esterni: uno al posto di Elmas (sarebbe un mezzo miracolo rivederlo in granata nella prossima stagione). Karamoh è destinato ad andare via a parametro, l’ufo Salama tornerà in Francia e Sanabria finirà per l’ennesima volta sul mercato. Da vedere poi la ripartenza di Zapata (a 34 anni) sul solco di un agonismo vero, tra agosto e settembre. E quanto potrà reggere come minuti giocati durante tutta la stagione? Come minimo occorre una punta alternativa, oltre a Duvan e ad Adams.

Toro, finale amaro

Per cui diciamocelo chiaro: dove sta la continuità di Vanoli? Il ciclo da portare avanti coerentemente? I progressi passo dopo passo senza scossoni? I mattoncini del Lego granata saranno da ricostruire quasi interamente per almeno metà rosa. Intanto resta l’amaro in bocca per questo finale di stagione, sostanzialmente sprecato dal Torino. Dopo il bel pareggio contro la Lazio in rimonta, solo una vittoria (contro l’Udinese, che però non avrebbe rubato se avesse chiuso con un pareggio), due pareggi da buttare nel cestino contro Verona e Venezia, l’insulsa trasferta di Como (che intanto è volato al 10° posto a +4 sui granata) e le altre due sconfitte contro il Napoli (senza giocare) e l’Inter (giocando, ma andando subito sotto e rischiando poi di subire una goleada). Altro che "il minicampionato da vincere" (come diceva Vanoli, settimane fa) per restare nella parte sinistra della classifica. E altro che "le motivazioni di tutti al massimo". Ora la trasferta contro un Lecce in bilico sulla retrocessione, poi arriverà una Roma in cerca d’Europa. Potranno materializzarsi anche altri brutti tracolli, se i granata si impegneranno come nei primi tempi contro Napoli, Venezia, Como. Che peccato, dopo quella bella rinascita di gennaio, febbraio, marzo.

*Stastiche a cura di Massimo Fiandrino

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