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Toro, Vanoli tripla rabbia: la nuova stagione comincia adesso

Toro, Vanoli tripla rabbia: la nuova stagione comincia adesso AGENZIA ALDO LIVERANI SAS
Il tecnico pretende di più da sé stesso, dai giocatori e dalla società. Tanti i test decisivi per costruire il 2025/2026

Tutta l’emozione che il Toro dal campo non ha saputo sprigionare, e questo nonostante l’imminenza del 4 maggio, l’ha catalizzata lui, il tecnico di una squadra che dopo la “Grande Crisi” invernale sta affrontando quella primaverile. Più tiepida, protetta dalla paura di retrocedere che a un certo punto era comparsa all’orizzonte, ma comunque tale. Una flessione, più che una vera crisi, una difficoltà a rendere puliti i risultati per mancanza di brillantezza. O almeno di una sua espressione sufficientemente continua.

La crisi del Torino

I granata che arrivavano da undici punti in cinque giornate hanno iniziato a zoppicare contro il Verona, tanto da inciampare poi a Como, riuscendo a rialzarsi in casa con l’Udinese salvo capitombolare a Napoli e concedere un tempo prima di opporsi degnamente al Venezia. E i punti, da undici, sono diventati cinque, sempre in cinque partite. Resta confortante il totale: 16 punti nelle ultime 10 partite. Vanoli in ogni modo ha cercato di tenere vivo un campionato per il Toro svuotato da tempo di reali motivazioni, che fossero dettate dalle ambizioni - troppo lontane le Coppe europee -, o dalla paura - la retrocessione da tempo non è più un tema -. Un caricarsi di responsabilità ed energia, anche in prossimità del 4 maggio, che l’allenatore dei granata ha anche pagato. Niente di grave, si è trattato di un giramento di testa, magari di un repentino abbassamento di pressione che ha annebbiato Vanoli, sta di fatto che per qualche secondo allo stadio si è rimasti con il fiato sospeso, assistendo a quei movimenti convulsi da parte dal tecnico accasciatosi a terra. Si è ripreso in fretta mettendosi in panchina, che già aveva scelto di occupare di rientro dall’intervallo: per rabbia, e forse pure presagendo una condizione non ottimale, scuro in volto se n’era rimasto seduto. Lasciando al vice Godinho la responsabilità di caricare la squadra dall’area tecnica. Una rarità, se non una prima assoluta, per Vanoli. Che anche a fine gara ha lasciato fosse il portoghese, a commentare il deludente pareggio ottenuto contro il Venezia. Non il risultato, figlio di una prestazione modesta, tale da poter riscattare la prova di Napoli.

Le ultime uscite del Toro

«Le sostituzioni tra i due tempi e lo spazio che abbiamo maggiore che abbiamo concesso a Vlasic nella ripresa hanno fatto la differenza», aveva commentato Godinho a fine gara, e dopo aver subito rassicurato sulle condizioni di Vanoli. Già, a quest’ultimo, come pure al vice allenatore, sarà parso evidente come alcune scelte, una determinata alternanza, possa essere pagata a caro prezzo. Sanabria in questo momento sta facendo fatica, a differenza di Adams, che scuote i compagni e sa rendersi spesso pericoloso. Su Casadei conviene ovviamente insistere, mentre a destra il Toro paga la lacuna estiva: perso Bellanova e ceduto Vojvoda, sono rimasti Walukiewicz, centrale tecnicamente modesto adattato a terzino destro, e Pedersen che sta offrendo poco. Per le ultime tre uscite che attendono il Toro, in casa contro l’Inter domenica 11, a Lecce e quindi ancora al Grande Torino contro la Roma, servirà il meglio. Contro i nerazzurri tornerà Lazaro dalla squalifica, mentre ci saranno da valutare di ora in ora le condizioni di Ricci. Si giocherà dopo la salita al Colle, auspicando che l’energia mancata contro il Venezia, venga acquisita oggi e tradotta in campo domenica prossima. 

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