Questo Toro non si piega più grazie ai suoi “combattenti”. E uno di questi è Gvidas Gineitis: il gol alla Fiorentina, quello al Milan e poi quello alla Lazio: è il terzo contro una grande squadra. Gioca poco, segna tanto, cambia le partite. Sino ad oggi, infatti, ha collezionato appena 947 minuti impreziositi da 3 reti (una ogni 316’) e un assist. Entra spesso (quasi sempre) a partita in corso (23 presenze) e dà un contributo decisivo. Vanoli lo esalta, i compagni lo stimano. E il tecnico appena può lo butta nella mischia ma sa bene che meriterebbe di giocare di più. Il problema (si fa per dire) e che nel 4-2-3-1 che sta portando in alto i granata, permettendo ad alcun giocatori di sbloccarsi, inizialmente non c’è posto per lui. Del resto come si fa a mettere in discussione la coppia Ricci-Casadei, una delle più forti del campionato? In questa prospettiva il ragazzo lituano (tra l’altro in gol anche con la sua nazionale: Lituania-Finlandia 2-2 con Gineitis che pareggia le sorti dell’incontro con un eurogol) deve accontentarsi di subentrare quando uno dei due è stanco.
Le parole di Gineitis
Probabilmente, se come sembra Ricci sarà ceduto in estate, il prossimo anno il posto fisso sarà suo al fianco dell’ex Chelsea. A meno che in qualche partita, come è successo contro l’Empoli, Vanoli non passi al 4-3-2-1: Casadei, Ricci e Gineitis (al posto di Lazaro) con Vlasic ed Elmas più avanti e Adams unica punti. Diventa difficile, però, pensare che il tecnico cambi un sistema di gioco che sta portando grandi soddisfazioni. Piuttosto: come detto prima il ragazzo che arriva dalla Primavera (2022-2023) sarà il perno del centrocampo granata che verrà. «Devo ringraziare i compagni, sono passato dalla Primavera alla prima squadra, loro mi hanno aiutato e io mi alleno sempre al 100%». Del resto il giocatore, lì in mezzo al campo, lotta su ogni pallone e, fateci caso, subisce sempre una quantità industriale di falli che fanno respirare la squadra. E’ uno che va sull’avversario senza paura e fa a sportellate con tutti. L’allenatore con lui sta lavorando proprio in prospettiva, come ha dichiarato in più di una circostanza. E gli chiede sempre di più. «Comincia a capire che il suo tiro è forte, può segnare diversi gol, non deve fermarsi qui ma provare con insistenza». E Gineitis lo sta seguendo passo dopo passo, allenamento dopo allenamento perché ha ancora un largo margine di miglioramento.
Gineitis, la strada è quella giusta
Adesso non gli resta che continuare così: ottimizzare i minuti, che probabilmente aumenteranno, che Vanoli gli concederà ma soprattutto sfruttare al massimo il lavoro settimanale del Filadelfia. La strada è quella giusta e le prospettive sono ottime. Domenica contro il Verona sicuramente, sempre a partita in corso, avrà la possibilità di confermare la sua crescita e magari fare un altro gol visto che nell’ultimo periodo ci ha preso gusto. E le sue reti sono sempre decisive.