TORINO - Ci sono giocatori presi per rinforzare un gruppo, e altri che invece sono in grado di farlo anche brillare. Casi rari, calciatori da scovare magari perché in una fase transitoriamente buia della carriera eppure ancora giovani. L’identikit di Eljif Elmas, numero 12 del Napoli dello scudetto per continuità di impiego ma soprattutto da subentrato, poi meteora al Lipsia e ora nuovamente in grado di esprimersi su alti livelli, nel Toro di Vanoli. Una chance che in Nazionale, fin dalle prime frequentazioni, gli è sempre stata concessa: 65, con 13 reti, le presenze con la Macedonia del Nord, ben quattordici delle quali disputate prima di compiere i 20 anni. Un predestinato in patria, ma anche una stellina del firmamento europeo fin dalla giovane età. Il classe 1999 a 18 anni è già al Fenerbahce (che lo preleva dal Rabotnicki), quindi ad appena 20 passa al Napoli. Una carriera di chi vuole bruciare le tappe, di chi può farlo avendo le doti per riuscirci.
Toro, Elmas fa subito la differenza
Che a Torino fosse arrivato un elemento in grado di fare la differenza lo si sapeva da subito, e pur non sostenuto da una condizione fisica ancora ottimale il macedone lo ha immediatamente confermato. Con colpi anche risolutori: se il gol al Bologna non ha portato punti, quello di Monza ha aperto la strada poi seguita da Casadei, l’altro acquisto di gennaio che sta facendo lievitare il valore del Torino. "Elmas sta crescendo, tra i nomi di gennaio è quello che ha portato più qualità, ma è anche quello con una condizione fisica da ritrovare - diceva il tecnico prima della trasferta all’U-Power Stadium -: qualche volta si arrabbia se lo sostituisco, però in questa fase può e deve migliorare anche lavorando a secco, non soltanto acquisendo il ritmo partita". Poi, dopo il successo sui biancorossi che ha praticamente blindato la salvezza dei granata, Vanoli è tornato a coccolare il jolly della trequarti (fin qui l’allenatore lo sta impiegando sulla corsia sinistra, quella che prima dell’arrivo di Elmas e con il varo del 4-2-3-1 era occupata da Karamoh). Partendo sempre da una forma ancora da ritrovare attraverso gli allenamenti al Filadelfia: "Elmas non ha la condizione ottimale, però l’ho tenuto dentro fino alla fine per premiare il suo impegno. Il gol che ha segnato ne mette in risalto le qualità, ma io lo sapevo e l’ho subito detto, che avevamo preso uno proprio forte". Indubbiamente, pur plaudendo alla generosità con la quale Karamoh ha agito da titolare a sinistra, con Elmas il livello è salito di parecchio. Non è un caso che il francese sia fermo a quota zero gol (20 presenze), mentre in 3 gare il macedone abbia già segnato due reti.
Il Toro vuole riscattare Elmas: i dettagli
In tutto ciò c’è solo un problema, guardando al centrocampista offensivo, e non è legato a ragioni tecniche o tattiche né fisiche. Il guaio sono i 17 milioni fissati con il Lipsia per il riscatto. Il Toro, a partire da Vanoli, è intenzionato a confermare il giocatore, tuttavia va studiata la manovra di avvicinamento. Vagnati pensa a una soluzione simile a quella andata in scena per Vlasic. Deciso a continuare la carriera in granata, e per questo leva fondamentale - con il West Ham - per portare l’iniziale richiesta di 13 milioni ai circa 9,5 che Cairo e Vagnati hanno speso per riscattare il cartellino del croato. In questa fase c’è da aspettare, e far sentire Elmas al centro del Toro. Da questo punto di vista non ci saranno comunque problemi, visto che il primo a verificare la crescita della squadra grazie all’impiego costante del macedone è il tecnico. Che prima di partire per Monza, restando ai rinforzi per la trequarti, ha difeso Salama da quello che ha ritenuto un pregiudizio circolato sui social nei confronti dell’ex attaccante del Reims: "Non mi è piaciuto come lo hanno attaccato - ha metaforicamente battuto i pugni -. Ha buona gamba e sta lavorando bene, non viene a Monza per un fastidio alla schiena però anche lui, da qui alla fine del campionato, ci saprà dare il suo contributo". Se Elmas rappresenta la certezza di gennaio, Salama in attesa di verifiche resta tuttavia la scommessa.