IlToro ha scoperto un tesoro: Vanja Milinkovic Savic. I granata adesso si trovano in casa un portierone su cui alcuni club europei hanno messo gli occhi addosso. Uno su tutti è il Manchester City di Guardiola. Ma la strada del serbo per arrivare a questi livelli non è stata facile, tutt’altro: per lo più in salita con momenti in cui la sua carriera sembrava fin compromessa. Ricordiamo che il 31 gennaio 2017 fu acquistato dal Torino per due milioni e seicentomila euro; inizialmente sarebbe dovuto restare in prestito al Lechia fino al 30 giugno 2017. Il club polacco, però, decise di non impiegarlo favorendo il passaggio di Vanja al Torino già a gennaio. Tuttavia il portiere, per circa sei mesi, si è solo potuto allenare.
E lo ha fatto alla Sisport di Orbassano assieme ai nuovi compagni. Ma niente partite ufficiali, solo qualche sfida in famiglia. Poi l’esordio nel match di Coppa Italia contro il Carpi del 29 novembre 2017, quando si mise in evidenza per una punizione da oltre trenta metri che si schiantò sulla traversa. Successivamente i prestiti a Spal, Ascoli e Standard Liegi: tutte stagioni finite male con tanta, tantissima panchina, a fargli compagnia. Terminata l’esperienza in Belgio, dove in campionato non è mai stato utilizzato, ha fatto rientro a Torino. Prima come riserva di Sirigu, poi titolare e ora punto di forza della squadra. Questo il suo tormentato cammino che abbiamo voluto ricordare perché il serbo si è costruito il successo con sudore e sofferenza, mattone dopo mattone, senza mai arrendersi nonostante le numerose “papere” (anche in granata) che lo hanno accompagnato prima di
diventare un numero uno sotto tutti i punti di vista.
Momento d'oro
E adesso si gode il momento d’oro, esaltato da tutti. Quest’anno, poi, dopo continui miglioramenti con Juric ha fatto il definitivo salto di qualità. Merito, anche, di Marco Zuccher, il preparatore dei portieri che si è portato Vanoli. Anche lui, ex portiere, ha saputo trasmettere a Vanja la carica giusta accompagnata da tranquillità. E infatti il serbo è migliorato molto anche nelle uscite che sino a poco tempo fa erano il suo punto debole. Zuccher, aiutato da Fabio Ronzani (che segue gli altri portieri più quelli della Primavera che si affacciano in prima squadra per allenarsi) è anche collaboratore tecnico dell’ex allenatore del Venezia. E per i giocatori è un punto di riferimento importante, non solo per i numeri uno. Quando li vede in difficoltà li prende da parte e li carica, capisce le loro problematiche e interviene con umanità e pari fermezza. Ha una parola buona per tutti e Vanoli si fida di questo suo strettissimo collaboratore. Dallo spogliatoio al campo: qui prende in consegna i portieri e con Vanja studia i filmati della partita precedente. Appunta le grandi parate (tante), ma anche le situazioni da migliorare.
Fiducia del club
Vanja ha così ripagato la fiducia del club. E qui bisogna dare merito a Cairo e Vagnati che non lo hanno mai abbandonato al suo destino, anche quando le sue prestazioni lasciavano tutti perplessi. Come quando l’8 ottobre del 2023 regalò due gol alla Juventus con due uscite a vuoto. E subito dopo, sempre nella stessa partita, rischiò di favorire un’altra rete bianconera con un’altra uscita a vuoto. Tre nel giro di pochissimi minuti. Eppure l’ambiente non lo ha lasciato solo, tutti si sono stretti attorno a lui. E da quell’infausta esperienza è cominciato il suo riscatto che lo ha portato alle prestazioni di oggi. Nell’ultima contro il Milan, poi, il capolavoro, la ciliegina sulla torta dopo tante ottime prestazioni.
Ha parato un rigore e effettuato almeno tre interventi a dir poco strepitosi (con quattro rigori parati in questo campionato è il migliore in Europa, nella specialità). E il presidente si prende questa grande soddisfazione: «Vero, ci ho sempre creduto, l’ho acquistato io. Mi colpiva la sua facilità di giocare il pallone con i piedi tant’è che gli avevo chiesto come mai non avesse pensato di fare il giocatore di movimento. E lui con una delle sue battute mi rispose che non gli piaceva correre. Mi ricordo la sua punizione contro il Carpi: la traversa vibra ancora. E’ un personaggio e ha grande temperamento. E’ diventato proprio forte». Già nella scorsa stagione, ma soprattutto in quella in corso.