TORINO - Vanja Milinkovic Savic sta finendo le mensole sulle quali riporre i premi MVP della Serie A. Sta consumando gli aggettivi per definire il suo torneo e pure i complimenti, ormai ripetitivi. Il merito è di un ragazzo che ha sbagliato tanto in passato, ha lavorato sui propri difetti, ha investito sulle proprie qualità e nella settimana in cui ha festeggiato il 28° compleanno si è ripreso tutto con gli interessi.
Milinkovic Savic super
La prestazione contro il Milan - davvero vicina alla perfezione - è il manifesto della sua stagione. Un’annata che lo incorona per rendimento al top della Serie A: nessuno finora ha fatto meglio di lui. Neppure Sommer, Meret, Svilar e De Gea, i più vicini per stato di forma. Della notte del Grande Torino, però, non ci si ricorderà soltanto del rigore parato a Pulisic, tirato bene e intercettato ancora meglio. Ed è il quarto penalty respinto in stagione, sui cinque calciati dagli avversari granata: solo Ndoye, la settimana scorsa, è riuscito a scardinare il muro. La parata è stata stilisticamente perfetta, l’impronta delle dita sul pallone un graffio sul successo del Toro, che quest’anno non sa più come ringraziare Milinkovic Savic. Le parate, però, non finiscono lì. I miracoli di Vanja seguono infatti un climax ascendente. Iniziato persino prima del rigore: precisamente al 21’, quando il riflesso su Gimenez tiene in vantaggio i granata. Nella ripresa Fofana e Joao Felix esaltano ancora le qualità del gigante serbo, che però compie un capolavoro su Reijnders, lanciato a rete da Pulisic. Quello dell’olandese è un rigore in movimento, Vanja abbozza la parata e la scelta viene premiata dal tocco salvifico di piede. Milinkovic Savic arriva dappertutto. Nel finale non trattiene un cross semplice, ma è il suo anno anche in questi piccoli episodi. La palla rimane lì, alla sua portata, come se avesse una calamita addosso.
Il record dei rigori
Vanoli l’ha messo subito al centro del progetto, ma è stato anche fortunato, perché ha raccolto la lunga semina di Juric, che in Milinkovic Savic talvolta ha creduto a dispetto dei santi. Così come la società, che oggi però si ritrova tra le mani un tesoro a tanti zeri. La versione attuale di Vanja, d’altronde, merita una considerazione nuova, da top player. Da uomo mercato alla stregua di Ricci, per intenderci. A livello di numeri, ha parato quattro rigori, più di ogni altro portiere nei top 5 campionati europei: tra quelli con almeno quattro rigori subiti in una stagione di Serie A dal 2005-2006 è quello con la miglior percentuale di parate (80%). Ha eguagliato Gigio Donnarumma (annata 2019-2020, ne respinse 4 su 9), diventando il secondo estremo difensore del nostro campionato a parare 4 rigori in un solo torneo nell’ultimo decennio. Dopo Pasalic, Castro e Retegui si è arreso pure Pulisic. Oltre ai penalty, però, c’è di più. C’è un portiere vero, che a Dazn parla così: «Non conto le parate, ma i tre punti che portiamo a casa. Record assoluto in una stagione? Ci si può arrivare, ma va bene anche se il record resta di Handanovic (stagione 2010-2011, con l’Udinese parò 6 rigori su 8 in Serie A, n.d.r.)».