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Toro, Vanoli e lo staff: è Godinho la figura chiave

Toro, Vanoli e lo staff: è Godinho la figura chiave LAPRESSE

Il vice di Vanoli parla quattro lingue e ha lavorato cinque anni in Qatar: è perfetto nel calcio multiculturale

Dietro ai successi di ogni singolo allenatore, leader tecnico ma soprattutto carismatico all'interno di un gruppo di lavoro, c'è sempre un grande staff . Variegato e con tante figure ugualmente importanti. Tutte con idee e visioni del calcio simili ma anche differenti. Ossimori, sì, ma sono le diversità ad alimentare uno scambio continuo di informazioni. Paolo Vanoli, nelle sue esperienze da primo allenatore, ha sempre cercato questo: anime distinte che insieme trovassero un punto d'incontro. Per il bene del club e per raggiungere i risultati sportivi: è stato così nelle nazionali giovanili, ma anche allo Spartak Mosca e soprattutto al Venezia, la parentesi più virtuosa di Vanoli. Dietro alla promozione in Serie A dei lagunari si nasconde anche un uomo diventato fondamentale giorno dopo giorno: Lino Godinho. Un allenatore in seconda che il calcio italiano lo aveva solo studiato, ma mai vissuto in prima persona. Vanoli lo ha scelto pochi mesi prima di arrivare al Venezia. Lo aveva raccontato in una recente intervista a "Cronache di spogliatoio": «Marco Donadel, che era stato con me in Russia, mi ha detto che voleva provare come primo allenatore, quindi mi sono detto: "Bene, chi vorrei al suo posto?". Così ho cercato una persona con una mentalità opposta a quella italiana per vedere se mi potesse insegnare qualcosa professionalmente e a livello di metodo. Ho conosciuto questo ragazzo allo Spartak, era venuto un giorno a trovarmi, era amico di Ascenzi (il preparatore atletico, ndr). Ho visto alcuni suoi lavori, veniva dal Qatar e mi ha stuzzicato».

L'importanza dei secondi: chi è il vice Vanoli

Godinho, portoghese, conosce alla perfezione anche l'inglese e lo spagnolo. Adesso parla fluentemente l'italiano, ma nello spogliatoio del Venezia è stato essenziale fin dall'inizio, soprattutto per via della multiculturalità del gruppo. Vanoli, infatti, ha stilato la prima distinta della stagione - quella della sfida casalinga persa contro la Reggina del 12 novembre 2022 - con giocatori di 14 nazionalità diverse. Godinho, grazie alla sua esperienza internazionale, ha fluidificato tanti rapporti. Agevolando l'inserimento di alcune pedine che prima dell'avvento di Vanoli facevano molta fatica ad adattarsi al calcio italiano. 38 anni, in possesso di patentino Uefa A, ha iniziato a lavorare prestissimo: dal 2007 al 2011 ha collaborato per Clube Futbol, Amora e soprattutto Benfica, prima di essere opzionato dal Qatar. Un anno al servizio della nazionale femminile, poi un quinquennio da assistente per le formazioni maschili dall'Under 18 all'Under 21. Godinho era una figura strategica per la crescita e lo sviluppo del calcio giovanile in Qatar, soprattutto nella marcia d'avvicinamento al Mondiale. Servivano menti brillanti da tutta Europa e lui rientrava in un team composto da alcuni tattici, analisti che poi si sono spostati sul campo per insegnare la metodologia. Ai giovani calciatori, ma anche agli allenatori qatarioti. Terminata questa fase, Godinho ha accumulato altre due esperienze da vice allenatore: al Grasshopper nel 2020-2021 (ottenendo la promozione nella massima serie svizzera) e al Coimbra nel 2021 (avventura durata solo tre mesi) accanto all’esperto João Carlos Pereira. Ascenzi, il fido preparatore atletico di Vanoli, aveva lavorato col portoghese in Qatar: quando lo ha presentato al tecnico è stato amore a prima vista. Adesso rappresentano un blocco unico, che il Toro attende di accogliere. Nello staff di Juric mancava una figura che potesse fare da trait d’union tra giocatori di più nazionalità. Una lacuna che Vanoli, che meglio di altri apprezza l’importanza dei collaboratori (avendo lavorato per anni accanto a Conte e Ventura), colmerà col suo vice Godinho.

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