Con l’arrivo di Alessandro Andreini in qualità di team manager, Davide Vagnati ha portato al Toro un altro uomo di fiducia: anche lui, dalla Spal, come Gianmarco Specchia in qualità di responsabile dell’area osservatori, Andrea Bernardelli come segretario e Ruggero Ludergnani in qualità di responsabile del settore giovanile. Tutti i punti fondamentali della società sono occupati da professionisti che il numero uno dell’area tecnica granata ha dirottato a Torino da Ferrara. E sempre Vagnati sta avendo un ruolo fondamentale - è una sua idea portata avanti con grandissima convinzione - nella scelta dell’allenatore che prenderà il posto di Ivan Juric: Paolo Vanoli del Venezia.
Vagnati e la 'vecchia guardia'
Della vecchia guardia, se così possiamo definirla, sono rimasti solo Emiliano Moretti (di fatto vice di Vagnati) e il direttore organizzativo Alberto Barile. Del vecchio Toro non c’è più nessuno neppure nella Scuola calcio dopo l’addio, un anno fa, di Silvano Benedetti. Qui Ludergnani ha scelto dirigenti e istruttori nuovi e si è cambiata la strategia con una prospettiva temporale più ampia. Urbano Cairo ha concesso carta bianca a Vagnati e, come lui stesso ha dichiarato la mattina del 4 maggio annunciando di fatto il divorzio da Juric, gli prolungherà il contratto in scadenza nel 2025. E proprio in questo senso adesso è chiaro che il presidente si aspetta nella prossima stagione il salto di qualità - sotto tutti i punti di vista - troppe volte rimandato, compreso il mancato assalto all’Europa della stagione che si è conclusa ieri con il recupero tra l’Atalanta e la Fiorentina.
I risultati e il litigio con Juric
È una questione di risultati (il nono posto di questo campionato è il miglior piazzamento da quando Vagnati è al Torino ed è evidente che non possa essere appagante) ed è anche ovviamente una questione di scelte di mercato, con investimenti azzeccati e altri che invece non si sono rivelati tali. C’è stata, anche, la pagina nera del litigio tra Vagnati e Juric durante il ritiro austriaco di due anni fa: una vicenda nella quale Cairo ha scelto la pazienza suggerita da una linea morbida, così come lo stesso direttore tecnico ha fatto in seguito quando l’allenatore non gli ha risparmiato alcune frecciate. Meglio voltare pagina: adesso Vagnati, come detto, è ancora più padrone del Toro e questo gli permetterà di lavorare nella maniera migliore. Certo che il tempo a disposizione, indipendentemente dal prolungamento del suo contratto, non è eterno.
Torino, la stagione della ripartenza
La prossima stagione dovrà essere quella della ripartenza con un nuovo uomo sulla panchina granata e la possibilità di cominciare un ciclo che tutti si augurano significativo. Andreini era giunto a Ferrara nell’estate del 2015, quando il presidente Walter Mattioli aveva capito la necessità di rafforzare l’intera area societaria: con il gruppo di Leonardo Semplici nacque il giusto feeling. Idem con la città e più in generale con tutto il club, visto che Andreini è sempre rimasto al suo posto nonostante i cambi ripetuti di direttori sportivi, allenatori, staff. Vagnati, che nutre da sempre un rapporto di amicizia con lui, aveva già provato a portarlo in granata nel 2020, ma il dirigente aveva preferito rimanere alla Spal.