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Rivoluzione Toro, lo scouting sarà esterno: chi è Riccardo Pecini

Il ds e talent scout, uno dei migliori in circolazione, ha fondato un'azienda ramificata nel mondo: al via la partnership con i granata

Il padre lavorò per il Toro

Ordunque, Cairo e Vagnati hanno trovato un accordo biennale in esclusiva su scala mondiale con questo signore qua. Uno dei miglior ds italiani, abile come stratega ai tavoli del mercato, ma dotato anche di un fiuto superiore. Operativo nelle prime file sullo scenario internazionale. Di soli 45 anni, però con un’esperienza incredibile e vincente. Originario della Lunigiana. Figlio d’arte: suo padre Aldo è stato un ottimo ds e fece l’osservatore anche per il Torino, proprio per il Torino. Stiamo parlando di Riccardo Pecini, sì. Lui: il signore di cui sopra. E di Modric, Mbabbé, Skriniar, Martial… Aperta parentesi: Cairo, già parecchi anni fa, aveva pensato più di una volta di portare Pecini in società. Sia il padre sia il figlio, ai tavoli della direzione sportiva e dello scouting. Stiamo parlando di un Cairo ormai molto lontano nel tempo. Ma la sua stima per i Pecini e in questi ultimi due lustri per Riccardo in particolare è soltanto cresciuta. E anche molto. Chiusa parentesi.

Ma attenzione. Cairo non ha messo sotto contratto un nuovo ds in tandem con Vagnati. Vietato equivocare, prendere lucciole per lanterne. Perché Pecini, una volta lasciato lo Spezia, un anno e mezzo fa, ha compiuto un ulteriore salto di qualità nel futuro. Forte di un incredibile bagaglio di conoscenze in tutto il mondo, a capo di una rete eccezionale e chiaramente molto ampia di talent scout, segnalatori, collaboratori a vario titolo, amici fidati, ha creato dunque non dal nulla (l’opposto…) una società di scouting su scala mondiale, la Scouting Department. Pecini ne è sociofondatore e ad, naturalmente. Pecini, chiaramente un innovatore visionario, e qui parlano i suoi successi, ha scavalcato una nuova frontiera del calcio. Offrire chiavi in mano, diciamo così, una rete unica nel suo genere di scouting per la prima squadra, che si affianchi a una società di calcio. Una società di calcio che, evidentemente, abbia bisogno, ma anche la grande ambizione di sollevarsi nel settore: e l’identikit corrisponde pienamente al Torino. Il fine, in due parole: scoprire molti più giovani di talento anche nei campionati meno noti a prezzi ottimi. Ha spiegato Pecini mesi fa, presentando la sua società: "L’Italia sconta un pesante ritardo rispetto a gran parte dell’Europa, se parliamo di supporto dei big data. L’approccio è ancora troppo statico. Qui arriva la mia società, con una profonda esperienza di osservazione sul campo e un team in grado di interpretare i dati e metterli a sistema nel modo più redditizio".

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