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Il Toro di Juric e la discontinuità: con Ivan si va troppo in giostra

L'altalenanza del Toro sul medio periodo, ma anche in una stessa gara, ormai è il marchio di fabbrica

Il mercato

Domande che non hanno risposte dalla società. E qui subentra anche il mercato degli alti e bassi: Juric ha voluto e ottenuto alcuni giocatori di suo gradimento e per averli si è pure impuntato. Così il club gli ha acquistato Ilic (16 milioni), Vlasic (circa 9 milioni) e Lazaro (4 milioni). Gli ultimi due, Vlasic e Lazaro, sono stati acquistati dopo che dal ritiro di Pinzolo il croato li chiedeva per completare l’organico. E questi tre, va detto, non hanno contribuito ad alzare abbastanza l’asticella della competitività. Tra le altre cose, Ivan ha anche voluto la conferma di Djidji e l’incedibilità dei big: Schuurs su tutti.

La qualità

Altro aspetto controverso è la definizione di qualità. Dopo ogni sconfitta, quasi sempre l’allenatore croato parla di poca qualità da parte del suo gruppo. Di sicuro dai giocatori non viene considerato un complimento. Ma allora, ad esempio, con poca qualità come si fa a vincere per 3-0 contro l’Atalanta, successo di poco tempo fa? Altre contraddizioni, dunque, che come abbiamo detto prima si susseguono da tempo e presumibilmente infastidiscono non poco i dirigenti.
Ma è dal suo arrivo a Torino che Juric si lamenta ad ampio raggio: per il mercato e non solo. Coinvolte anche le strutture sportive, che anche grazie ai suoi input sono state migliorate: al Filadelfia, per esempio, sono state installate nuove vele che impediscono di spiare dall’esterno il lavoro dei giocatori ed è stata allestita una sala-mensa.

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