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"Il vero Toro che vorremmo: Il Fila, i valori, il Museo, la comunicazione, l’identità, l’amore, i tifosi uniti. E il cairismo"

La tavola rotonda di Tuttosport con Giancarlo Caselli, Davide Boosta Di Leo, Steve Della Casa, Marco Ligabue, Marco Casardo, Oskar, Carmelo Pennisi, Willie Peyote, Paolo Quaregna, Stefano Radice

Ligabue: «Le persone che hanno meno di 40 anni ogni tanto mi chiedono: Marco, perché tifi per il Toro? Come fai? Oggi dobbiamo cercare una risposta che forse non abbiamo, o almeno non tutti».

Boosta: «Dal cielo su Torino al cielo sul Toro: e i tifosi meritano un cielo sereno, non continue nuvole da decenni e ogni tanto dei bei raggi di sole. In un Toro ideale, l’empatia dovrebbe unire di nuovo la società e il mondo dei tifosi. Quantomeno con Juric siamo tornati ad avere nuove speranze. Ci ha ridato orgoglio, spirito garibaldino, felicità dopo grandissime partite, anche vera sofferenza granata, quella giusta».

Ligabue: «Sì, è esattamente così, hai ragione. Da quando è arrivato Juric una luce nuova è nata per noi tifosi: vediamo giocatori che sputano sangue in campo, vediamo un progetto di gioco bello e ricco di potenzialità anche se ancora un po’ embrionale... E questo ha fatto tornare a tanti la voglia di tifare Toro. Io ho il cuore granata dal 1976, dallo scudetto, ero un bambino. E oggi ricordo come una delle mie esperienze più emozionanti l’aver suonato e cantato sul prato del Fila il giorno dell’inaugurazione, con tutto il popolo granata attorno, 5 anni fa».

Cassardo: «Prima di Juric, ci siamo attaccati tutti a Belotti e alla sua esultanza, forse l’unico vero punto di riferimento sul prato per anni, in un deserto simbolico. Anch’io quando vedo la gente giovane in Maratona penso: ma perché tifano Toro? Al di là del fatto che quasi sempre l’amore per il Toro si trasmette di padre in figlio, tanto più negli ultimi 25 anni così poveri di risultati sul prato».

Radice: «Certo, è una missione far crescere un figlio granata... ma la trovo sacrosanta se hai dentro i valori del Toro... La narrazione granata è poesia, tragedia e rinascita, è memoria per poter avere un futuro da sentire davvero nostro. Io mi occupo di storia, di filosofia, di memoria, sia quando insegno sia quando scrivo un libro: e il Toro è anche una filosofia meravigliosa, identitaria. I nostri valori granata, insomma».

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