Oskar: «L’apice dell’ostilità nei confronti del nostro settore “non tesserato” si ebbe nel novembre 2019 in occasione delle partite contro Napoli e Inter, nelle quali la Questura... per loro stessa ammissione... decise di fare una sorta di “esperimento sociale”, lasciando entrare nel nostro settore gli ultrà di Napoli e Inter. Si crearono inevitabilmente tensioni e qualche scontro, causando grossi rischi di incolumità alle famiglie presenti e la diffida di centinaia di nostri tifosi. Una cosa del genere non è mai capitata in alcuno stadio italiano, né prima né dopo. La curva Primavera è ancora decimata dalle diffide, mentre la Maratona... nonostante abbia anch’essa un discreto numero di diffidati... sta tornando ai livelli del passato con tanto tifo e belle coreografie».
Cassardo: «Avessi qui davanti a me Cairo, gli direi come nel film di Nanni Moretti su D’Alema: Cairo, fai qualcosa di granata. Che non significa necessariamente superacquisti, la Champions... gli aspetti strettamente legati al campo, ai risultati, sono importanti ma non sono decisivi per noi granata. Penso invece allo spostamento al Filadelfia del Museo del Grande Torino, creato da un gruppo di tifosi ma nei fatti ignorato se non osteggiato dalla società».
Willie Peyote: «E non si può continuare a giocare con la Primavera a Biella o a Vercelli!».
Cassardo: «Bisogna dare un’accelerata, ma pesante dopo 6 anni, alla realizzazione del centro sportivo per il vivaio, il Robaldo. Anche la creazione di una prima squadra femminile... il merchandising... i rapporti con la tifoseria... la cura delle nostre tradizioni... Insomma, Cairo, fai qualcosa di granata! Invece siamo qui col cairismo e con il clima che ha originato negli anni, assolutamente anaffettivo. Quando invece noi del Toro viviamo sia di sentimenti sia di fatti concreti e valori in cui credere. Eravamo abituati a presidenti che toccavano le corde di noi tifosi, fino a 25 anni fa. Ma poi...».
Pennisi: «Comunque io a Roma percepisco di continuo un grandissimo rispetto per il Toro, dettato dalla storia di questo club. Non è andata dispersa, nonostante la presidenza Cairo. A volte questa nostra frustrazione verso Cairo ci ha portato a ritenere che il Torino non fosse più il Torino, ma non è così. Vivendo a Roma, invece, ho percepito molto di più la nostra diversità».