TORINO - Senti vibrare nell'aria il nome di Renato Zaccarelli e, d'istinto, non puoi che associarlo al Torino. Al “suo” Torino. Quello scoperto da giovane speranza del pallone e poi vissuto da affermato numero 10 dell'ultimo scudetto granata, e in tante successive stagioni di seconda, splendida giovinezza. Quello amato da direttore sportivo, direttore generale e anche team manager. Quello respirato a pieni polmoni anche da allenatore, come quando per amore della maglia si fece trascinare nella fallimentare gestione Cimminelli, uscendo da par suo comunque vincitore e con una promozione in Serie A conseguita sul campo. E, da ieri, il nome di Zaccarelli è di nuovo un po' più vicino all'universo granata. Non per merito né per volere della società – ça va sans dire – ma poiché nominato nuovo presidente del Collegio dei Fondatori della Fondazione Filadelfia. "Un impegno che accolgo con grande voglia, ma anche con molta coscienza: nell'ultimo periodo non ho avuto modo di vivere da vicino il Filadelfia, quindi preferisco toccare con mano lo stato dell'arte attuale prima di lasciarmi andare a proclami – la sua prima riflessione dopo aver accettato l'incarico, in perfetto stile Zac –. Ma ci sono tanti lavori ancora da fare e un passo dopo l'altro, con serietà, intendo contribuire ad apportare tutte le migliorie e le implementazioni necessarie a completare le opere come previsto dallo statuto iniziale".
Asvizio: "Profilo migliore non poteva esserci"
Un'associazione talmente naturale, quella tra “Lord Brummel” e il Torino, da far sembrare quasi scontata la sua scelta per occupare il ruolo vacante dalla scomparsa di Giancarlo Bonetto. "Profilo migliore non poteva esserci: Zaccarelli rappresenta la torinesità più profonda, nonché una persona terza rispetto ad ogni discorso politico – l'esultanza di Luca Asvisio, presidente del CdA della Fondazione –. Mi auguro che la sua nomina possa garantire un impulso a tutta l'attività, per la quale ci stiamo adoperando a raccogliere ulteriori fondi e a sbloccare autorizzazioni dove necessario, nella speranza che al contempo il Filadelfia torni ad ospitare una squadra che ambisca a traguardi superiori rispetto a quelli tagliati delle ultime annate". Un primo passo, per quanto simbolico, è subito stato mosso: due panchine del Filadelfia sono state intitolate alla memoria di Erno Egri Erbstein, direttore tecnico ed artefice della costruzione del Grande Torino, e di Vittorio Pozzo, pioniere del club granata nelle vesti di giocatore, allenatore e dirigente; la tribuna vip della struttura è stata dedicata a Ferruccio Novo, glorioso presidente degli Invincibili.
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