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Perinetti: "Toro, con Juric svolti: può convincere Belotti"

L'intervista al ds che ha avuto il croato da tecnico a Palermo e al Genoa e lo avrebbe voluto già come giocatore

Ama definirsi "un Peter Pan del pallone". Giorgio Perinetti va dove si diverte. Insieme a Ivan Juric, l'allenatore del Toro che verrà, ha condiviso due fasi della propria carriera. La breve parentesi di Palermo del 2013, quando il croato era il vice di Gian Piero Gasperini. Ma soprattutto due spezzoni al Genoa: i primi mesi del 2017, terminati con l'esonero del 5 novembre e il conseguente approdo di Davide Ballardini, ma anche l'autunno del 2018, quando lo stesso Ballardini venne cacciato. Poi a dicembre Juric lasciò il posto a Cesare Prandelli. Ma con Enrico Preziosi i giochi non sono mai semplici, anzi.

Giorgio Perinetti è un uomo di calcio navigato, che ha gestito in prima persona tantissimi tecnici. Quali sono i ricordi che la legano a Juric?

"Purtroppo abbiamo vissuto tante difficoltà insieme, essenzialmente legate agli infortuni, soprattutto al Genoa. Al mio primo anno in rossoblù, per esempio, il ko in autunno di Lapadula segnò la nostra stagione, poi dopo il derby perso contro la Sampdoria divenne necessario cambiare. Anche la seconda esperienza è stata molto difficile, Mazzarri. Può dare una grande impronta al suo Toro. Juric è un allenatore che detta la linea: chi la segue bene, chi non la segue viene accantonato. I granata avevano bisogno di un allenatore così".

E Belotti? L'avvento di Juric può convincerlo a prolungare il contratto?

"Non so quanto influirà sulla scelta di Belotti. Juric ha argomenti convincenti, parla senza troppi fronzoli e può essere determinante. A patto che il Gallo abbia ancora voglia di restare: la scelta sarà sua e della società, Juric avrà un peso relativo nel destino del capitano granata. Di sicuro ora Belotti sa che il Toro dei prossimi anni sarà ambizioso". 

Le scintille televisive al termine di Napoli-Verona hanno fatto discutere. Che idea si è fatto di questo episodio?

"Lo screzio in tv dopo Napoli-Verona ci può stare, non è nulla di grave. L’adrenalina fa brutti scherzi e gli allenatori sotto pressione possono perdere le staffe per qualche minuto. Posso garantire sulla bontà della persona: Juric è l’uomo perfetto per il Toro, l’allenatore che può alzare il livello del gruppo e migliorare i giocatori. In un calcio con meno soldi è il profilo ideale anche per eventuali plusvalenze: i giovani con lui diventano oro". 

A Palermo, da vice di Gasperini, avrebbe scommesso su Juric? Aveva già la stoffa da primo allenatore?

"Si vedeva già che sarebbe diventato un primo allenatore, mai avuto dubbi, lui e Gasperini vivevano in completa simbiosi. Si conoscevano da tantissimi anni e ormai parlavano la stessa lingua. Non era il classico vice un po’ in secondo piano, ma aveva già il piglio da condottiero. Si è staccato presto da Gasperini e ha avuto ragione lui: era già pronto per vivere il proprio percorso".

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