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Toro, Juric prima scelta: ma poi...

Claudio Zamagni AG ALDO LIVERANI SAS

Bava e Milanetto volevano il mago del Verona, in caso di addio a Longo. Anche Vagnati ci provò: ma tardi

TORINO - Se la nonna di chi volete voi avesse avuto le ruote, Juric sarebbe stato l’allenatore del Torino. Periodo ipotetico dell’irrealtà del terzo tipo: ça va sans dire. Se, se, se: si costruisce tutto e niente, coi se. Non esiste mai la prova, figuriamoci la controprova. Allora mettiamola così: se Bava e Milanetto fossero rimasti al loro posto; se Cairo per tempo avesse dato maggiore fiducia a entrambi, confermando il ds della prima squadra e non riportandolo ai vertici del vivaio, dove Bava aveva inanellato per anni successi di ogni tipo; se avesse anche esercitato (sempre per tempo) l’opzione a suo favore per prolungare il contratto in scadenza dell’altro ds (Milanetto, appunto), quale responsabile dello scouting per il mercato estero; se Cairo avesse anche sfornato insieme a loro (ancora una volta per tempo) un progetto serio, concreto, lungimirante, coerente, chiaramente comprovabile; se il Torino si fosse messo per davvero a imitare almeno un brandello di Atalanta (per tempo? Per tempo) sia nelle scelte tecniche strategicamente più importanti per quel che concerne la guida della prima squadra e il mercato consequenziale, sia nella valorizzazione dello scouting; se insomma questo e quello, beh: forse oggi Juric sarebbe veramente l’allenatore del Toro. Lui, proprio lui: il giovane tecnico croato che sta “miracolizzando” il Verona, dopo il già ottimo 9° posto della scorsa stagione.

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Juric sì o no?

E, oggi come oggi, Juric è appena 3 punti sotto il 6° posto, che significa Europa League: e non ci risulta che abbia in squadra Zico. Juric: l’ex braccio destro (e allievo) di Gasperini, in panchina. Gioco spesso brillante, intensità sopra la media, vittorie anche sorprendenti, motivazioni al cubo e, per quel che concerne i giocatori, valorizzazioni ultramilionarie e ripetute di più di un giovane carneade. Per carità: ha un caratteraccio, bisogna saper prenderlo con le molle e gestirlo, oltreché tutelarlo. E anche Juric ha commesso i suoi tanti errori, in carriera: e altri ne commetterà per forza. Intanto, però, vogliamo metterlo ai voti? Juric sì o Juric no, potendo scegliere? Ma le nonne non hanno le ruote. Però chissà. Magari avrebbe anche detto sì, Juric, davanti a una proposta concreta formulata per tempo, e non solo fatta annusare senza certezze sul medio-lungo periodo. [...]

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