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Torino, fiducia a Singo per colpire l'Inter

Giampaolo si affida al terzino di grande forza fisica che attacca, ma sa pure difendere. In settimana allenamenti differenziati per potenziare l’intensità

TORINO - La conferma ha un nome e cognome: Wilfried Singo. Giampaolo (da casa perché positivo al Covid) e i suoi collaboratori punteranno su di lui per dare al Toro più muscoli, corsa ma nello stesso tempo maggior stabilità difensiva visto che l’esterno ivoriano oltre a spingere con grande forza agonistica è anche competitivo in fase di contenimento. Il giocatore, tra l’altro, potrebbe correre in aiuto di Bremer e Lyanco (o Nkoulou) in caso di necessità per contrastare il pericolo numero uno: Romelu Lukaku. Quindi giocherà dal primo minuto. In queste due settimane, rispetto a molti altri suoi compagni, ha lavorato al Filadelfia con la solita grande partecipazione: lui, appena 19enne, attacca l’allenamento come se fosse una partita. E non lo interromperebbe mai. E’ uno che lo scorso anno spesso si fermava con Asta (il collaboratore di Longo) per andare su è giù sulla fascia e poi buttare al centro palloni mirati e precisi. E continua a crescere, giorno dopo giorno, partita dopo partita: affronta gli appuntamenti in cui viene chiamato in causa con esuberanza, ma mai spavalderia. E quando parte diventa difficile fermarlo per la sua dirompente forza fisica, spesso lo abbiamo visto partire “sradicando” l’avversario di turno.

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In questo campionato ha collezionato già cinque presenze e tutte le volte che è stato impiegato ha fatto bene. Domani a San Siro, nella Scala del Calcio, punta alla definitiva consacrazione. Da Singo agli altri il passo è breve. In questi giorni lo staff di preparatori, su input di Giampaolo, ha fatto lavorare i giocatori che sono rientrati dalle Nazionali con una tabella personalizzata: molto defatigante, assai soft, per recuperare le energie perdute in giro per l’Europa e il mondo e attaccare l’Inter sul piano della corsa: l’intenzione è quella di “soffocare” i centrocampisti nerazzurri, e chiudere i varchi dalle corsie esterne per limitare il rifornimento agli attaccanti. Quindi sì al lavoro di gruppo, ma ogni giocatore ha svolto un lavoro differenziato a seconda della fatica che si è portato dietro. E alla vigilia della partita la condizione è considerata buona sotto ogni profilo. [...]

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