TORINO - La scommessa che vale la pena giocare, a quasi rivelazione, per tornare scommessa. Che vale nuovamente la pena se si guarda all’età, alle qualità tecniche, alla prestanza fisica e allo slancio atletico. Cali di concentrazione e scarsa lettura tattiche di alcune fasi difensive, invece, gli aspetti che hanno fatto difetto a Ola Aina. Che dalla sua ha l’età, è nato 23 anni anni fa a Southwark, Londra, per lavorare sulla testa e studiare a ripetizione movimenti che devono diventare automatismi. Nell’ultimo campionato, ma il Toro è macchiato da quelle cinque sconfitte consecutive responsabilità di un po’ tutto il gruppo, ha mostrato più ombre che luci, dopo l’impatto confortante avuto nella prima stagione.
Merita per età e doti, e pure per l’applicazione che ci mette al Filadelfia, di avere un’altra chance. Quella che come racconta a colleghi youtuber inglesi non gli aveva concesso Maurizio Sarri, attuale tecnico della Juve al tempo allenatore del Chelsea: "Con Sarri al Chelsea non avrei giocato, fu lui a dirmi di andare in prestito. Aspettavo una offerta dalla Premier, mentre ne erano arrivate soltanto dalla Championship. E’ così quando mi ha cercato il Toro non ho esitato: ho avuto la possibilità di confrontarmi con la Serie A, di frequentare stadi importanti, di affrontare squadre forti e avversari di assoluto livello. Un aspetto è poi stato decisivo: quando sono arrivato nel Toro si credeva fortemente all’Europa".
Già, le motivazioni, decisive in positivo nel 2018-19 con Mazzarri attento condottiero, poi decisive in negativo in una stagione aperta dal caso Nkoulou e interrotta tre partite - perse - dopo il cambio tra il tecnico toscano e Longo. E’ stato tra i protagonisti del crollo, Ola Aina, ma come un po’ tutti i compagni, se non proprio tutti. Se dopo aver compiuto il giro a quattr’occhi Longo verificherà che il nigeriano ha gli stimoli giusti, allora lavorare ancora un anno sui difetti, sperando in una radicazione dei pregi di Ola Aina varrà la pena.
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