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Toro, Immobile sfida Belotti e l’amore tradito

Marco Canoniero

Ciro per la prima volta rivale davanti ai tifosi che l’hanno adorato ma non lo rimpiangono più

TORINO - Il ritorno dell’ex figliol prodigo a Torino, i tifosi granata e una partita che non sarà come le altre per Ciro Immobile. Da gemello del gol con Cerci all’accoppiata con Belotti, i due pallini di Ventura che ora se li coccola in Nazionale. Una parabola che oggi pomeriggio, per il 26enne di Torre Annunziata, conoscerà un’altra pagina tutta da leggere, da decifrare. «Sarà una bella partita contro la mia ex squadra e contro il mio ex pubblico, sarà bello tornare all’Olimpico di Torino», aveva detto candidamente dopo il pareggio col Bologna. Un ritorno da avversario, per la prima volta nemico, pronto a scalzare il Toro di Sinisa dalle altitudini a cui ha iniziato a riabituarsi proprio quando l’eroe era Ciro. E sarà curioso vedere e sentire la reazione degli oltre 20.000 tifosi granata che riempiranno il ‘Grande Torino’ in ogni suo settore. Oggi Immobile avrà altri compagni, in quel tridente completato da Anderson e Keita che induce Inzaghi a dire: «Buono anche quello del Torino, ma mi tengo stretto il mio...». «Immobile e Belotti sono due giocatori forti. Bisogna stare attenti: noi a Ciro e loro al Gallo», replica poco dopo Mihajlovic.

E allora può diventare fondamentale la spinta dei tifosi granata, chiamati a spegnere con la loro passione la voglia di Immobile di migliorare la sua media gol: finora di 0,6 a partita, 5 reti in 8 gare. Detto che non è mai facile entrare nei cuori granata dopo un passato (seppur giovanile) in tinte bianconere, Ciro il Grande ci era pure riuscito, con la sua carica tutta partenopea, amabile per la sua simpatia e la passione che ha sempre riversato in campo. Da vero granata doc, un remake in salsa di alta classifica di quel Marco Ferrante con cui ogni attaccante si deve confrontare quando firma per il Torino. Però c’è sempre un però, tutto da decifrare. Perché Immobile le sue scelte le ha fatte e oggi il suo ritorno in terra sabauda non sarà come quello del gennaio scorso, quando il Siviglia lo parcheggiò ancora dove aveva conosciuto la gloria e sotto l’ala protettrice di quel Ventura che, assieme a Zeman, ne ha esaltato di più le doti di punta. «Troppo bello riessere qui e vedere questa accoglienza, significa che ho fatto qualcosa di importante», diceva alla Sisport dopo le sue seconde visite mediche granata. Oggi torna da nemico, chissà se anche considerato traditore.

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