TORINO - Ha preso 10 e lode all'esame di terza media, alla scuola “Mastro Giorgio-Nelli” di Gubbio, con una tesina interdisciplinare sul Grande Torino. E il 14enne Giovanni Filippetti, incrollabile fede granata trasmessagli dalla famiglia, dal papà, dai nonni e dallo zio, ha pensato bene di inviare i testi al presidente Urbano Cairo che gli ha risposto congratulandosi con lui. Giovanni ha voluto raccontare la storia della squadra leggendaria che dal 1944 al ’49 vinse cinque scudetti di fila con una fama che varcò i confini nazionali, spaziando nel secondo dopoguerra italiano, il neorealismo e Cesare Pavese, il neoclassicismo, il Portogallo e l’Africa. E' arrivato pure al regolamento del calcio fino al locomotore e all’aereo collegato al ricordo della tragedia di Superga.
LO CHIAMANO GIAGUARO - “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto, è soltanto in trasferta”: ha aperto così Giovanni la sua tesina ricordando quanto scrisse Indro Montanelli. Il ragazzo, che ora si è iscritto al liceo scientifico, è bravo a scuola e gioca portiere in una scuola calcio col nomignolo di “Giaguaro”, ricordando Luciano Castellini, che è tutto un programma.