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Ventrone: «Toro, serve la cura del buon riposo»

LaPresse
Il parere: «Il caldo pesa soprattutto su chi ha sostenuto una preparazione incompleta. Per la fatica “nervosa” serve un breve stacco»
TORINO -Caldo e fatica i nemici delle squadre nel finale di stagione. Ma come si possono limitare i danni? Il professor Gian Piero Ventrone, uno dei preparatori atletici migliori del panorama italiano e tra i protagonisti dei successi della Juventus di Marcello Lippi, propone la sua “ricetta”.
«Caldo e fatica sono due problemi del tutto diversi. Le alte temperature colpiscono soprattutto chi ha sostenuto una preparazione non sufficiente per affrontare la stagione. Per esempio ci sono compagini che preferiscono puntare su un avvio bruciante ma da gennaio in poi rischiano di incontrare problemi atletici. Poi succede che chi si è in difficoltà patisce di più il caldo rispetto a chi è riuscito a mantenere una forma discreta e costante. Insomma, il segreto per soffrire meno il caldo sta a monte, nella preparazione estiva».

E la fatica?
«Esistono due tipi di stanchezza, quella di tipo nervoso e quella di tipo fisico, legata allo scadimento di parametri fisiologici. La prima, forse la più ricorrente in questo periodo della stagione, si risolve con il riposo. E’ come se una macchina avesse il serbatoio pieno ma la centralina non funziona. Basta un po’ di tranquillità per riaccendere il... cervello. Se, invece, la stanchezza è di tipo squisitamente fisico allora è un problema».

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