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Roma, l'era Friedkin: Zaniolo e Pellegrini incedibili

I giallorossi devono rifare l'organigramma societario e trovare un ds: il sogno è Paratici. Ci sono anche tanti esuberi da piazzare sul mercato

ROMA - Nessuna sorpresa. La Roma è ufficialmente di Dan Friedkin. La firma è arrivata nella notte di ieri. Si conclude così l'era di James Pallotta al timone del club. Dall'agosto del 2012 Jim saluta senza aver vinto nemmeno un trofeo e con il sogno-stadio ristagnante nelle paludi della politica del Campidoglio. Ora c’è un futuro da costruire. Anche ieri sera, la Roma che ha abbandonato l’Europa League al primo ostacolo serio, lascia trasparire come ci sia da lavorare. Nonostante l’approdo della nuova società, i problemi rimangono gli stessi. C’è l’organigramma della società da rifare. Il cda di ottobre sarà anticipato. E da questo uscirà il vicepresidente Baldissoni. Va scelto inoltre il nuovo ad: il contratto di Fienga, attuale ceo, è scaduto anche se il dirigente ha buone possibilità di rimanere come trait-d’union tra vecchia e nuova proprietà. C’è poi da individuare il ds. La Roma deve vendere almeno 14 esuberi e ad oggi non c’è nessuno che se ne stia occupando. Burdisso è stato proposto da Baldini che, come consigliere personale di Pallotta, non resterà. Il sogno è Paratici ma appare una chimera. Friedkin pensa di affidare la presidenza al figlio Ryan. Il mercato non prevede voli pindarici: preso Pedro a parametro zero, l’obiettivo è riscattare Smalling e acquistare un terzino. Ovviamente con la conferma di Pellegrini, Zaniolo e Dzeko. Non poco.



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