MILANO - Luka Modric come Paolo Maldini. Modric nello spogliatoio che fu di Maldini. Lo storico numero tre nel 2008-09 iniziava la sua ultima stagione con la maglia rossonera - la 25ª - all’età di 40 anni. Modric il 9 settembre, dunque all'alba della prossima Serie A, compirà 40 anni. Per il centrocampista croato sarà la 23ª annata di una carriera luminosissima, resa immortale dal Pallone d’oro del 2018, quello che interruppe il dominio nel premio della coppia Messi-Cristiano Ronaldo. Modric la prossima settimana svolgerà le visite mediche e firmerà il contratto da una stagione, più opzione per la seconda, da 3,5 milioni più bonus (ieri il suo entourage è stato a Casa Milan per definire gli ultimi dettagli). Sarà il simbolo della stagione della rinascita rossonera. Una contraddizione, pensando all’età del centrocampista di Zara, ma non nei fatti. Perché Modric (ri)porterà nel Milan e nel suo spogliatoio una personalità di cui si sentiva la mancanza.
Modric per riportare ordine dentro lo spogliatoio del Milan
Modric sarà importante in campo, ma sarà fondamentale soprattutto fuori dal terreno di gioco. A lui Tare e Allegri chiederanno di ridare ordine a 360 gradi a una squadra che l’ordine l’ha smarrito da mesi. Sono stati tanti gli episodi disarmanti nella stagione appena conclusa, dal cooling break dell’Olimpico all’autogestione dei rigori a Firenze, dal litigio a San Siro fra Conceiçao e Calabria ai diversi problemi fra l’ex tecnico del Porto e persone varie (non solo giocatori) in quel di Milanello. A vigilare sulla situazione quotidiana al centro sportivo ovviamente ci penseranno Allegri e - come abbiamo già raccontato nei giorni scorsi - Tare, abituato da sempre a vivere giorno per giorno il campo a differenza, per esempio, di Ibrahimovic e Moncada. I giocatori rossoneri torneranno ad avere una presenza costante che potrà consigliarli nei momenti di difficoltà, ma anche riportarli all’ordine. Quello che faceva fino a maggio 2023 proprio Maldini. Da dirigente. Perché Paolo, dopo aver imparato da maestri come Baresi e Tassotti, per una decina abbondante di anni è stato - nella prima parte con Costacurta - il riferimento all’interno dello spogliatoio rossonero; il capitano che solamente con uno sguardo faceva capire cosa fosse il Milan e quale fosse l’atteggiamento da avere in un determinato momento.